Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Sabato scorso a Villapiana è stata inaugurata la sede del Partito Democratico intitolando il Circolo ad Enzo Lauria. A Catanzaro il circolo del centro cittadino porta lo stesso nome. «A dieci anni dalla sua prematura scomparsa – si legge in una nota firmata da Giovanni Puccio - Enzo rimane un esempio di dedizione e un modello di dirigente di cui si avverte la mancanza. La celebrazione dell’apertura della sede, alla quale hanno partecipato il figlio Jacopo e la madre Elena Bova, è stata l’occasione per commemorare la figura umana e politica ma anche per celebrare un evento politico che in suo nome vuole rilanciare e rinnovare una idea riformista della politica e della funzione del partito. Un commentatore esterno sarebbe interessato a ricercare nell’otto maggio, giorno della sua scomparsa che coincide con il suo compleanno, un mistero che si offre alla metafora di una vita. Ma Enzo non era certamente persona di misteri. Il mistero – si legge ancora - si svela nel fatto che a 10 anni dalla sua scomparsa lo sentiamo tra noi. Il suo era un impegno politico generoso che si offriva alle relazioni sociali e di direzione, con un forte sentimento di partecipazione e di condivisione.
Rimane un esempio di cui tutti sentiamo la mancanza. Certamente non ci sono dei modelli ma se oggi avvertiamo il declino della politica che lascia spazio a forme di populismo becero o a tecniche della comunicazione che deformano il senso comune e le aspettative di vita, si comprende come il richiamo alle modalità che esprimeva Enzo ci fanno riscoprire un divario che occorrerebbe colmare. Per cui, parlare di Enzo non è solo il richiamo di un’amicizia che si rinnova nel ricordo ma anche un modo per guardare a noi stessi e vedere dove e come siamo cambiati e per verificare la capacità di intercettare le aspirazioni, le domande che vengono dalla società. Enzo da questo punto di vista era istintivamente un “maestro”.
Formatosi alla scuola genitoriale del popolarismo misasiano incontra in adolescenza il solidarismo della sinistra berlingueriana e per lui diventa naturale identificarsi con quella sinistra berlingueriana che ancora si chiamava comunista ma che poi ha portato al Partito Democratico di cui è stato dirigente. Ecco, quindi, nel tempo dell’incertezza e della crisi del PD dopo il risultato elettorale, ricordare un amico e un compagno come Enzo è un modo anche per uscire dal crepuscolo e per ritrovarsi. E in quell’occasione molti hanno risposto. Ma il ritrovarsi è fondamentalmente con la convinzione che c’è davanti a noi una storia nuova e che quelle radici dalle quali proveniamo sono ancora feconde. Quella domanda di cambiamento – conclude la nota - vive più che mai dentro quella visione e noi, in nome anche di Enzo, vogliamo continuare».