VIBO VALENTIA - Tre candidati si contenderanno la guida dell’amministrazione provinciale il 28 settembre prossimo. Scaduto ieri il termine per la presentazione delle liste. L’ultima notte di trattative non ha modificato gli equilibri.  Le anticipazioni della vigilia sono state in gran parte confermate. Fallite le manovre dell'ultimo momento. Alla presidenza concorreranno Andrea Niglia (Fi, Fdi, Renziani e parte dell’Ncd) , Sergio Rizzo (Pd) e Giuseppe Raffele ( Ncd in versione ufficiale - Udc). Quest’ultimo ha sostituito il coordinatore provinciale centrista Giuseppe Barilaro che non avrebbe accettato una candidatura di servizio.

Ha retto invece alla perfezione l’inciucio, suggellato dal patto di “Mary Grace” - (dal nome del ristorantino alle porte del capoluogo che ha ospitato la cena decisiva ) - tra buona parte del centrodestra e i renziani. A testimoniarlo è la composizione della lista che fa capo al sindaco di Briatico. Andrea Niglia, guiderà una civica, “Insieme per la Provincia di Vibo Valentia- Adesso” (termine, quest’ultimo, inserito a pieno titolo nel “vocabolario” del Premier)  nella quale sono confluiti esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia oltre che i fedelissimi di Nazzareno Salerno. In mezzo a loro, tre uomini del Partito Democratico. Anzitutto, Pasquale Fera, ex assessore provinciale al Bilancio. Figura cardine delle intense trattative nelle ultime ore, per conto di Francesco De Nisi, nel tentativo rivelatosi inutile di ritrovare il feeling perduto con i cuperliani di Censore, Soriano  e Mirabello.

Non può passare inosservato neppure Giuseppe Navarra, sindaco di Rombiolo - riconfermato pochi mesi addietro alla guida del suo comune di appartenenza, a capo di una lista con il simbolo del Partito Democratico - che “Adesso” sceglie una strada decisamente diversa. Segno che è caduta la simbolica “cortina di ferro” che aveva contraddistinto in periferia il bipolarismo espressione della seconda repubblica.  

“L’accurduni”, finemente tessuto e portato a compimento, vedrà diversi ex Ds a fianco di rappresentanti di Forza Italia come Nino Macrì, l’uomo sconfitto a Tropea da Udc e uomini del PD per una manciata di voti, e Francesco Galati che a Zungri si è opposto con successo, nella tornata dello scorso 27 Maggio, a Serafino Fiammingo, inserito a pieno titolo nella segreteria locale democrat. Fuori dalla lista con un giallo all’ultimo istante, invece, Roberto Scalfari.

Il consigliere della Perla del Tirreno pur comparendo negli elenchi ufficiali, in realtà, aveva deciso di mettersi da parte << di buon grado a seguito della decisione di Macrì di scendere in campo>>.

Ben tre gli uomini schierati da Nazzareno Salerno. Il regista delle “larghe intese”. Tra questi Michele Carnevale, uno dei consiglieri di palazzo “Luigi Razza”. Dovrà vedersela, nel capoluogo con Antonio Curello (Pd),  Giancarlo Giannini (Ncd) e Nico Console (Udc).

I democratici di Mirabello, Censore e Soriano alla fine hanno messo in piedi un proprio “progetto”. Questa volta destinato a soccombere, salvo imprevisti. La lista del “Pd – Amministratori Vibonesi indipendenti”, ad ogni modo, ci sarà. Dentro, a sostegno di Sergio Rizzo, alcuni volti notoriamente espressione della sinistra. Da Francesco Bartone, sindaco riconfermato di Soriano a Vitaliano Papillo, primo cittadino di Gerocarne. A far discutere, in questo caso, sarebbero soprattutto la candidatura di Franco Barbalace, sindaco di Spilinga, che i renziani considererebbero vicino a Forza Italia.

Non si sono tirati indietro neppure i centristi. Ottavio Bruni e Alfonsino Grillo, abbandonato il tavolo del centrodestra, per la nota incompatibilità del primo con Francesco De Nisi e del secondo Nazzareno Salerno, hanno messo a punto una compagine, “Dalla parte giusta”, con tanto di loghi ufficiali dei rispettivi partiti.

Identici i rapporti di forza, con cinque uomini per parte in quello che costituisce l’unico schieramento ufficiale del centrodestra. Tra questi Antonio Zoccali, sconfitto, proprio da Maurizio De Nisi alle ultime elezioni comunali di Filadelfia. 

Bagarre nel partito Democratico. Aria da resa dei conti. Dopo la presentazione delle liste sono state richieste dai renziani le dimissioni del segretario provinciale per utilizzo del simbolo in presenza di una spaccatura. Nella lista, peraltro, a loro dire ci sarebbero 4 esponenti del centrodestra. 

Immediata la replica. "L'evidenza dei fatti - ha chiarito il segretario - supera ogni ridicolo tentativo di rimpallare agli altri responsabilità proprie".