Ancora una fumata nera per Mario Oliverio. Il governatore che si aspettava una pronuncia dal Consiglio dei ministri sul commissariamento della sanità, torna in Calabria dopo la missione romana e un ampio e rassicurante confronto con il premier Gentiloni, ma, ancora una volta, senza il risultato sperato.

 

I due, che si sono incontrati intorno alle 12, hanno affrontato le principali emergenze della Calabria e il governo ha garantito il supporto necessario. Tanto che il governatore ha invitato il premier a visitare la Regione ottenendo una disponibilità di massima per il mese di aprile. “Tra i principali problemi affrontati – si legge in una nota diffusa dall’Ufficio stampa del governatore - una particolare sottolineatura è stata dedicata al tema del sistema degli investimenti produttivi, alle infrastrutture e al ruolo del porto e dell’area di Gioia Tauro”. Nel pomeriggio Oliverio ha poi incontrato il Ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, con il quale ha affrontato i problemi connessi al superamento delle difficoltà emerse nell’iter di realizzazione del progetto relativo al Macrolotto 3 Sibari-Roseto, le problematiche del rilancio del sistema aeroportuale calabrese alla luce dell’avvenuta aggiudicazione alla Sacal delle gestioni degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria e alla messa in attività dell’agenzia portuale di Gioia Tauro.

 

La sanità, vero cruccio del presidente della giunta, è rimasta fuori dalle note ufficiali e dalle decisioni assunte. La riunione del Consiglio dei ministri non si è fatta ed è rimasto lettera morta, ancora una volta, l’annuncio già fatto trapelare in Calabria in ordine ad un’imminente fine del commissariamento affidato a Massimo Scura e Andrea Urbani.

 

Per quanto lasciano trapelare autorevoli dirigenti del partito, che preferiscono non essere nominati, la strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo potrebbe essere più lunga del previsto. E potrebbe occupare anche l’intera fase congressuale. L’accordo raggiunto con Matteo Renzi, in occasione della sua ultima visita calabrese, sarebbe soltanto di massima. L’appoggio dell’area autonoma che fa capo al governatore calabrese dovrebbe convergere sull’ex premier in cambio della sanità e di una serie di posti in lista in vista delle prossime politiche con la salvaguardia degli uscenti, a partire dalla deputata Enza Bruno Bossio.

 

Uno schema già usato in occasione del referendum costituzionale dello scorso dicembre. Allora, però, all’impegno formale assunto dal governatore non fece seguito un coerente risultato nell’urna. Elemento che Renzi non ha dimenticato e che potrebbe indurlo alla prudenza rimandando la formalizzazione del tutto a risultato acquisito, e cioè dopo le primarie del prossimo 30 aprile.

 

C’è poi da risolvere la questione legata alla rimozione di Massimo Scura e Andrea Urbani, per i quali si deve trovare una exit strategy dignitosa, avendo entrambi ottimi uffici con il governo nazionale. Anzi, nel caso di Urbani, ci sarà da convincere anche il ministro Lorenzin che lo vorrebbe confermare in Calabria anche dopo la recente nomina al Ministero, tanto che starebbe studiando una deroga per potergli far mantenere entrambi gli incarichi.

 

I tasselli da mettere in ordine, insomma, non sono pochi. E la chiusura del commissariamento della sanità in Calabria è tutt’altro che sicura, quantomeno nella sua tempistica.

 

Riccardo Tripepi