“Non è tollerabile che, anziché valorizzare l’ambiente e la salvaguardia del territorio, ad incominciare dal nostro mare, perché siano attrattivi di flussi turistici e di ricchezza generale, il Governo autorizzi le trivellazioni nel mare Ionio. Questa parte del Mezzogiorno - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - vanta crediti storici enormi nei confronti dello Stato. Ed oggi esige, se non il mutamento del modello economico prevalente che ha reso il Sud sempre più marginale, quantomeno un approccio diverso da parte del Governo, soprattutto su problematiche così rilevanti”.
Aggiunge la consigliera regionale: “Il 6 luglio, in Consiglio regionale, come ha stabilito la Conferenza dei capigruppo, il dibattito sulle trivellazioni nel mare Ionio sarà l’occasione per sostenere la decisione del presidente Oliverio che, dopo avere impugnato dinanzi alla Corte costituzionale la legge con cui il Governo esautorava le Regioni dai pareri vincolanti su tali materie, annuncia il ricorso al Tar del Lazio contro il decreto del ministro dell’Ambiente che permette all’Enel Longanesi la ricerca di idrocarburi in mare con la tecnica Air Gun nello Ionio settentrionale. Ma il dibattito sarà anche l’occasione per chiarire che il Mezzogiorno e la Calabria non intendono più subire diktat che passano sulla testa della Regione, delle Province, dei Comuni, delle associazioni e dei cittadini. Anche in questo caso - puntualizza Flora Sculco - si registra un neocentralismo politico che lede i principi costituzionali dell’autonomia dei territori e la volontà politica ed istituzionale di autodeterminarsi su questioni dal forte impatto ambientale e strettamente connesse col futuro delle nostre aree”. Spiega Sculco: “Le strategie energetiche nazionali non possono penalizzare la vocazione naturalistica, il paesaggio e la ricca biodiversità che, nonostante le aggressioni del passato, costituiscono un bene comune che intendiamo difendere con ogni mezzo e su cui puntare impegno, risorse e capitale umano, per uno sviluppo sostenibile ed a dimensione umana, come auspica Papa Francesco nell’Enciclica Laudato sì”. Conclude Flora Sculco: “Da tempo, le Regioni interessate, il sistema delle autonomie locali ed il mondo associazionistico, si sono espresse negativamente nei riguardi del processo di petrolizzazione del mare. La facoltà delle Regioni di svolgere un ruolo d’impulso, incentrato sulla vigilanza e promozione del territorio, in queste specifiche materie, è stata sancita anche dalla Conferenza Stato-Regioni. Non si può, quindi, da un lato definirsi ossequiosi dell’autonomia di Regioni ed enti locali e tutori del bene - paesaggio e, dall’altro, avvalorare una strategia energetica nazionale che non rispetta le peculiarità di ambienti ricchi di aree marine, riserve naturali, siti di nidificazione tra i più apprezzati del Mediterraneo ed eccellenze dal punto di vista turistico”.