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Decine di cascate, un canyon di dieci chilometri unico nel suo genere e un’area che quest’estate ha registrato 45mila visitatori e che, se adeguatamente attrezzata, può generare sviluppo e nuova occupazione. Siamo davanti ad un polmone turistico di primo ordine che ora deve diventare Area protetta. In tal senso, presenterò a breve un progetto di legge e sono sicuro che il Consiglio regionale saprà valorizzare un modello di sviluppo innovativo e vincente come questo”.
L’ha detto il vicepresidente della IV Commissione ‘Ambiente’ del Consiglio regionale Mimmo Tallini che ha incontrato a Sersale il botanico Carmine Lupia, il professore Raffaele Lupia, esperto di tematiche forestali, ed il sindaco avv. Salvatore Torchia.
Tallini si è complimentato “per l’ottimo lavoro fin qui fatto dagli enti locali e dalle associazioni, per valorizzare un patrimonio faunistico, naturalistico e paesaggistico tra i più rilevanti della Calabria. 45mila visitatori - ha aggiunto Tallini - da ogni parte della Calabria e del Mezzogiorno, inclusi molti stranieri, è una cifra che fa riflettere. Ci dice quanto le aree interne siano importanti per rilanciare sviluppo ed occupazione e per trattenere molti dei nostri giovani che per mancanza di opportunità sono costretti ad andar via. Adesso alle Valli Cupe - ha concluso il Vicepresidente della Commissione Ambiente - serve una legge regionale che enfatizzi le sue potenzialità e ne valorizzi le risorse naturalistiche ed umane. Una legge che renda produttivi i tre ambiti territoriali distinti geograficamente, ma tutti caratterizzati dalla presenza di comuni elementi naturalistici di grande valenza ecologica e paesaggistica. Giacimenti naturalistici come questo che non possono più rimanere nell’ombra”.
Il sindaco Torchia ha illustrato gli obiettivi dell’Area protetta ‘Valli Cupe’ da istituire con legge “che si articolerebbe in un sistema costituito da corpi tra loro distinti: il Canyon Valli Cupe e l’acrocoro di monte Raga, il tratto del torrente Campanaro, con la Cascata Campanaro, la Cascata dell’Inferno ed il tratto del fiume Crocchio, con le Gole e cascate del Crocchio, monolite di Pietraggìallu e alberi monumentali di Cavallopoli”.
Carmine Lupia e Raffaele Lupia hanno spiegato che “Il Canyon Valli Cupe è una rara formazione geologica profondamente incassata in un substrato costituito da conglomerato poligenico – di straordinario effetto scenografico – originatasi a seguito della lenta azione di scavo esercitata dal torrente omonimo, che nasce a circa 700 metri di altitudine alle pendici meridionali del Monte Crozze, con sulla vetta la splendida Chiesa votiva eretta sul finire degli anni Venti del secolo scorso e il cui versante settentrionale si sviluppa proprio dirimpetto il centro storico di Sersale. Fin dalla prima parte del suo corso il torrente Valli Cupe scorre in una profonda forra che assume la caratteristica profonda incisione nota come Canyon delle Valli Cupe e, dopo un percorso di circa 15 km, si tuffa nelle acque del mar Jonio all’altezza di Sellia Marina. Il corso del torrente si sviluppa tra la rigogliosa macchia che fa da cornice ad entrambe le sponde, lungo i crinali che congiungono il monte Crozze al maestoso monte Raga, roccaforte della foresta mediterranea che ne copre quasi interamente le pendici, formando boschi estesi per qualche centinaio di ettari. Lungo il versante occidentale, monte Raga è costeggiato dall’omonimo torrente che, dopo un percorso di circa 4 km, si immette nel fiume Uria. Il torrente Valli Cupe costituisce un collettore naturale che raccoglie le acque di numerose e brevi aste torrentizie che solcano fittamente i versanti del bacino”.
In conclusione, è stato fissato un appuntamento di lavoro da qui a qualche giorno nel corso del quale il vicepresidente della Commissione ‘Ambiente’ illustrerà il progetto di legge ai sindaci dell’area ed alle associazioni interessate.