All'autonomia differenziata del Nord non si contrappone lo scontro territoriale. Ne sono convinti i promotori del referendum per la costituzione della macroregione del Sud che hanno ottenuto il via libera, dopo la raccolta di firme, agli otto quesiti che potranno essere sottoposti a consultazione popolare territoriale; presentata infatti alla direzione attività legislative del Consiglio Regionale la proposta di delibera per l'indizione del referendum. Il Consiglio dovrà ora fissare la data. «Puntiamo a ottenere autonomia con identità, in una logica di Sud unito» spiega l'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, tra i principali promotori del referendum «significa che le regioni sanno gestire il proprio ruolo in un ambito di responsabilità ma in assoluta equità. Il Sud deve pretendere quello che manca».

Le regioni coinvolte

Tra i quesiti proposti anche quello che riguarda specificatamente la costituzione di una macroregione che comprenda Campania, Calabria, Molise, Basilicata, Puglia, Sicilia e Abruzzo. «E' già previsto  dalla Costituzione che le Regioni possano costituire dei processi macro sui grandi temi, come ambiente, trasporti e sanità. E questa è una via moderna rispetto alla politica dello scontro», spiega Caldoro.

Un Sud unito

Per il presidente del comitato promotore della macroregione del Sud, Alessandro Sansoni, troppi hanno sostenuto che «fermare l'autonomia differenziata fosse un modo per proteggere il Sud e le sue prerogative». «Il Sud ha invece bisogno di avviare un processo di autonomia - spiega Sansoni - sulla base delle proprie esigenze. E questo processo ci pone all'avanguardia, perché la macroregionalizzazione è già l'indirizzo dell'Unione Europea».