Le transazioni da 77 milioni siglate dalle Asp calabresi con la Bff Bank sono al centro del dibattito politico attuale. Ne abbiamo parlato con Carlo Guccione, della direzione nazionale del Pd, che è stato il primo a sollevare la questione.

Guccione, è sorpreso dal clamore nato intorno a questa operazione?

«Né a me né a lei ha lasciato sorpresi l'inchiesta de L'Espresso perché, come lei sa, in una conferenza stampa del luglio 2024 io, il presidente del consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzuca e il presidente della commissione sanità di Palazzo dei Bruzi, Giuseppe Ciacco, avevamo sollevato il problema parlando di zona d'ombra rispetto alle transazioni dell'Asp di Cosenza. Lei stesso poi è tornato sulla questione con una serie di articoli di approfondimento».

Quindi non ci sono novità sostanziali sulla vicenda?

«Almeno due, importantissime. Ma che ancora nessuno ha detto».

E quali sarebbero?

«Nel gennaio 2024 è stato pubblicato il verbale del tavolo interministeriale di controllo sul debito sanitario calabrese composto da ministero della Salute e Mef. Ricordo che le transazioni sono state firmate a Cosenza il 16 dicembre 2023 e a Reggio Calabria la delibera dell'Asp è stata pubblicata il 21 dicembre 2023».

Quindi il tavolo si è tenuto successivamente…

«Sì, e a pagina 13 del verbale si legge che “in merito alle transazioni i tavoli chiedono se è stata interessata anche la Guardia di Finanza, atteso che le transazioni sono attività straordinarie, per cui chiedono di acquisire una relazione in merito alle transazioni eseguite, riferendosi anche a eventuale supporto o coinvolgimento della Guardia di Finanza e della trasmissione di tutti gli atti alla Corte dei Conti”».

La Procura della Repubblica di Milano sta indagando sulla cessione dei crediti delle Asp calabresi a società di factoring lombarde. Fra Cosenza e Reggio in due settimane sono state firmate transazioni per oltre 77 milioni di euro

Sono passaggi necessari per leggere il verbale…

«Sì, allora la domanda è: è stata coinvolta la Guardia di Finanza? Gli atti sono stati trasmessi alla Corte dei Conti? Essendo le transazioni attività straordinarie che devono vedere coinvolta anche la struttura commissariale e il Dipartimento Salute della Regione».

Vedremo cosa emergerà dal dibattito in consiglio regionale. E l'altra novità?

«Per certi versi è ancora più clamorosa. Il 31 maggio del 2011 il presidente commissario Giuseppe Scopelliti firma la delibera numero 231 che prevede la contrazione di un mutuo trentennale con il Mef, Dipartimento Tesoro, per la copertura dei disavanzi sanitari. La Regione chiede, e gli viene riconosciuto, un prestito di 514,66 milioni per ripianare i debiti commerciali di tutto il sistema sanitario al 31/12/2005».

Da dove vengono fuori questi 514 milioni?

«Il prestito viene concesso sulla base di una puntuale ricognizione, debitamente certificata e riscontrata, dei debiti commerciali della Regione per complessivi 643,77 milioni di euro al 31/12/2005. Questa cifra depurata di 129,04 milioni di trasferimento da parte dello Stato ha dato vita ad un mutuo da 514 milioni che è l'esigenza di copertura del debito commerciale al 31/12/2005».

Scusi ma qualcosa non torna. Non si è sempre detto che il debito sanitario calabrese è sconosciuto?

«Era stato fatto un lavoro analitico di riconoscimento del debito, ricostruendo a quella data tutta la massa debitoria. Questo lavoro aveva dato il via al prestito da parte del Ministero che i calabresi finiranno di pagare nel 2043».

E poi?

«Era stato costituito un organismo interno alla Regione, denominato Bde deputato a pagare i debiti, supportato da Kpmg che indicava e certificava quello che doveva essere pagato in base all'elenco documentato di fatture redatto dalla Regione Calabria. C'è da dire che poi questa struttura viene chiusa e la parte residua del mutuo trasferita alle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria per adempiere al pagamento».

E perché viene chiusa?

«Questo dovrebbe chiederlo a Scopelliti o all'allora sub commissario al Piano di Rientro, Pezzi».

Va bene, ma che c'entra questo con le ultime transazioni delle Asp?

«Ho avuto modo di guardare, ad esempio, la delibera dell'Asp di Reggio Calabria relativa a questa transazione. Ho notato che nell'elenco ci sono fatture risalenti agli anni 90 e primi anni 2000. La mia domanda: se è stato acceso un mutuo per pagare tutti i debiti commerciali fino al 31/12/2005 perché si riscontrano fatture così datate nella transazione? Le abbiamo pagate due volte quelle fatture oi soldi trasferiti dalla Bde alle aziende per pagare i debiti commerciali fino al 2005, e vincolati a questo scopo, hanno preso altre strade? In linea generale utilizzare transazioni per un ente pubblico non è sbagliato, ma a patto che si sia nella condizione di verificare che il debito sia certo ed esigibile. Né può valere il fatto che nella delibera, come accaduto a Cosenza, si inserisca nell'accordo un inciso in base al quale eventuali somme non dovute verranno restituite dalla banca. È una sorta di mezza ammissione che quel debito allora non era affatto certo e viene meno tutto il presupposto in base al quale è stata costruita la transazione».

È possibile che i soldi siano stati mangiati da interessi passivi e spese legali per cui a un certo punto sono risultati insufficienti?

«L'accertamento del debito era stato fatto tenendo conto di queste cose. Si parla di debito commerciale al 31/12/2005 comprensivo di spese legali ed interessi. Sarebbe interessante che qualcuno ci spieghi cosa è accaduto senza attendere che sia la magistratura milanese a fare luce».