Marco Polimeni al fianco del candidato a sindaco del centrodestra Valerio Donato annuncia iniziative clamorose: «O ci dimettiamo in blocco o impediamo l’approvazione del bilancio». Poi l’accusa a Tallini: «Fa telefonate per far votare contro di noi» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ci sono al momento due Catanzaro, che duelleranno all'ultimo sangue fino a domenica prossima (il giorno del fatidico ballottaggio per scegliere il nuovo sindaco) e forse anche oltre questo cruciale appuntamento. Lo dimostra, senza tema di smentita, quanto detto in particolare da Marco Polimeni (con accanto Alessandra Lobello), Giuseppe Mangialavori e anche e soprattutto da uno dei due aspiranti successori di Sergio Abramo.
Il riferimento è come ovvio a Valerio Donato che poco fa insieme alle altre figure politiche citate ha impugnato la sciabola contro tutto e tutti, parlando ai suoi simpatizzanti da un punto nevralgico della città. I toni usati sono persino andati al di là di una dialettica, che pure non può non essere rovente a meno di una settimana dal voto.
Comunque sia, le due affermazioni più roboanti sono state quelle di Polimeni, peraltro poi in parte riprese da Donato, che ha asserito: «In caso di vittoria di Nicola Fiorita si sovvertirebbe di fatto la volontà popolare e noi saremmo pronti a dimetterci o a non votare le pratiche di matrice politica come il Bilancio, che porterebbe a una paralisi dei lavori. Perché se è legittimo che si possano fare patti su argomenti di interesse generale per il superiore interesse della comunità, non è altrettanto immaginabile la nostra svendita per garantire una maggioranza a chi non ce l'ha, ribadisco, per volere dei catanzaresi. Che al primo turno hanno fatto una scelta chiara».
Lo stesso presidente uscente del civico consesso ha poi rincarato la dose, riferendo: «Quelli che ci danno lezioni morali sono coloro i quali cercano di giovarsi delle telefonate di Mimmo Tallini pro Fiorita di cui ho notizia. Ecco, chissà allora se ne sono orgogliosi come noi lo siamo di stare con Donato». Polimeni è un fiume in piena e continua ad andare giù duro: «Io sono stato per diversi anni con Fiorita in Aula e vi dico che non può guidare la macchina comunale. Credetemi». La gente intanto ascolta e fra le persone presenti ci sono il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso e, come premesso, il senatore Mangialavori che ricambia con pari moneta quanto dice su di lui, pur mai nominandolo, Antonello Talerico, altro "convitato di pietra" dell'incontro con gli elettori di stasera di Forza Italia e di Rinascita, esclamando: «Qualcuno ripete spesso che io vengo a Catanzaro quasi per turbare la vostra anima, per fare invasione di campo.
Ma sono interpretazioni che non hanno alcun senso e fondamento. La verità la conoscono tutti e quindi cos'aggiungere, se non che io voglio solo rivedere questa città riprendere slancio. E può accadere esclusivamente con Donato. Non certo con Fiorita, scappato senza motivo quand'era all'opposizione. Figuratevi da capo della maggioranza quanto resisterebbe. Sarebbe inadatto, in sostanza».
A chiudere un Donato che anche ricorrendo a qualche battuta spara però a palle incatenate: «Perché io e non il mio competitor, vi state chiedendo? Intanto per un motivo semplice: sono più simpatico (su questo lo incalza subito Polimeni con un'altra scudisciata a Fiorita, non è difficile con lui, ndr). E poi per un'altra ragione più seria: non ho fatto accordi brutti. E se mi consentite di usare l'espressione, "cari compagni", riferita a quelli con cui stavo prima e ora sono contro di me vorrei sapere se Jasmine (la "sardina" Cristallo schieratasi apertamente con Fiorita, ndr), il mio avversario e i suoi simpatizzanti, si sentono fieri di loro stessi quando mi attaccano per aver accettato l'appoggio della Lega e di Forza Italia, con adesso anche Fratelli d'Italia, alla luce del sole mentre loro li hanno chiamati, e ci provano ancora, di nascosto. Così come hanno tentato di lusingare quanti sono stati eletti o si sono candidati con me per farsi aiutare salvo averli apostrofati in ogni modo.
Bella coerenza e trasparenza. Ma qui è noto che chi ha retto le sorti del capoluogo da metà anni '90 a oggi sono stati Abramo e Tallini, i quali forse stanno con loro mentre con me c'è gente intenzionata a far cambiare senso di marcia a Catanzaro».