«La scelta in Calabria è stata presa con il ticket Occhiuto-Spirlì. Sicuramente non si rimettono in discussione scelte già fatte per il bene dei calabresi, per qualche litigio che verrà ampiamente superato». Afferma Matteo Salvini dai microfoni Agorà su Rai3 rispetto alla discussione aperta tra Fdi e il resto del centrodestra.

L’affermazione del leader della Lega, tuttavia, conferma quanto per primi avevamo scritto qualche giorno fa, ovvero, sulla circostanza che, per ripristinare l’accordo sulla Calabria, silurato dagli strali di Giorgia Meloni, dopo la vicenda delle nomine Rai, ci sarebbe stato bisogno di un qualche segnale forte, tipo, quello di mettere sul tavolo della trattativa, quantomeno, il ticket Occhiuto-Spirlì, piuttosto che, mandare all’aria tutto l’accordo con il resto del centrodestra.

Il nostro pezzo, fu accolto dalla fragorosa risata via social da parte del signor Nino Spirlì, anche se la sua reazione non ebbe molto fortuna considerate le centinaia di insulti dal popolo dei social che lo hanno sommerso. La nostra ricostruzione, fu poi confermata da diversi esponenti di Fdi.

Se oggi, Matteo Salvini, dai microfoni della Rai, è costretto a mettere le mani avanti per difendere la posizione dell’attuale presidente ff targato Lega, nel linguaggio della politica significa una sola cosa: uno dei nodi della discussione è incentrato proprio su questo.

Premesso ciò, torniamo ai segnali di pace lanciati da Salvini alla Meloni. Il leader della Lega, infatti, ha compreso benissimo che la possibilità di riuscita della mediazione, dipenderà quasi esclusivamente dalla capacità e dalla generosità politica della maggiore forza dell’alleanza.  Al di là, dunque, delle parole distensive o di slogan vuoti conteranno molto i fatti. E, soprattutto, le proposte di ricomposizione dovranno essere all’altezza del livello di rottura. In questa vicenda, infatti, si deve tener conto di un dato: l’alleanza in Calabria è stata messa in discussione direttamente da Giorgia Meloni. Ciò significa che ci ha messo la faccia la leader nazionale. Certo, nella politica contemporanea, perdere la faccia, anche per un leader nazionale, non rappresenta più un valore e, tuttavia, fino ad oggi, il temperamento della Meloni, sembrerebbe andare verso tutt’altra direzione. Tant’è che, in queste ore, rivendica rispetto da parte degli alleati.

Qualcuno, nel tentativo di mettere fine a questa guerra e prima che le rotture diventino insanabili, è arrivato a ipotizzare di offrire a Fdi la poltrona di presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, attualmente occupata da un esponente di Fi, ma proprio dal partito degli Azzurri, a questa ipotesi hanno risposto picche. E, mentre Salvini si affanna a sdrammatizzare e a tranquillizzare Nino Spirlì, proprio sulla Calabria, invece, la Meloni, nel corso dell’intervista con Bruno Vespa per la presentazione a Manduria del suo libro, rincara la dose con parole niente affatto tranquillizzanti.

E sul tema delle elezioni la leader di Fdi, è tornata a rimescolare le carte, facendo sapere che la scelta di Roberto Occhiuto come candidato in Calabria per il centrodestra, è da ridiscutere. «In Calabria voglio vincere, ma c’è anche un motivo per cui era Forza Italia a esprimere un suo nome per le elezioni regionali - ha sottolineato -. Però ora quelle regole sono saltate e bisogna capire qual è il miglior candidato per la Calabria. Non siamo divisi nel centrodestra, ma dobbiamo rivederci un attimo e parlare. Perché cose scontate non ne do più, chiedo rispetto e non devo dire grazie a nessuno».

Insomma, dalle sue parole sembra che Giorgia non abbia nessuna intenzione di perdere la faccia, né sul piano nazionale né sul piano regionale. E, d’altronde, i sondaggi continuano a dargli ragione. Secondo una rilevazione Swg per il tg La7, infatti, Fratelli d'Italia sarebbe primo partito davanti alla Lega. Anche Pd e M5S crescono. Fratelli d'Italia perderebbe lo 0,3% rispetto ad una precedente rilevazione, ma la formazione di Giorgia Meloni, con il 20,5%, si confermerebbe primo partito davanti alla Lega di Matteo Salvini, che cede lo 0,1% e si attesterebbe al 20,1%. Il Partito Democratico guadagna lo 0,2% e sale al 19,1%. Netto il passo avanti del M5S, che passa dal 14,4% al 15,2%. Forza Italia scende dal 6,8% al 6,5%. Azione arriva al 4,1%, mentre Articolo 1 è al 2,6%, davanti a Italia Viva (2,5%).

Insomma, a leggere tra le righe della dinamica politica che si è innescata, Nino Spirlì non farebbe bene, a dormire sonni tranquilli. A ciò si aggiunga la circostanza che dietro le quinte, della stessa Lega, in Calabria, si consuma una lotta intestina senza esclusione di colpi. Un blog, di cui è titolare Max Granata, già presidente del consorzio cosentino Valle Crati e fratello di Vincenzo, Consigliere comunale di Cosenza in quota Lega, da qualche ora sta pubblicando a puntate l’evoluzione di un presunto complotto ai danni di Nino Spirlì da parte di altri dirigenti del Carroccio, nel mirino delle veline, commissario e subcommissario regionale del partito di Alberto da Giussano, Saccomanno e Calabretta.

Scrive il blog aspassoperlacitta.it: «Secondo i bene informati sembra che il partito calabrese con il commissario Giacomo Francesco Saccomanno e il subcommissario Cataldo Calabretta, stiano lavorando congiuntamente nell’ambito del partito e della coalizione per defenestrare dalla futura vicepresidenza della giunta regionale, Nino Spirlì, a vantaggio di un altro esponente della Lega». E - sempre secondo le indiscrezioni dello stesso blog - «sembrerebbe ci sia stata qualche giorno fa una cena tra un numero limitato di persone, esponenti di primo piano di Fratelli d’Italia e della Lega, dove si sarebbe stabilita l’intesa per eliminare Nino Spirlì dalla prossima Vicepresidenza della Giunta Regionale della Calabria». Insomma, una campagna elettorale che per Roberto Occhiuto e il centrodestra doveva essere una passeggiata si sta rivelando una corsa ad ostacoli.