VIDEO | Il progetto osteggiato dalle associazioni ambientaliste ma non dai Comuni che guidati da commissari prefettizi diedero il via libera nel 2014. Ora il piano per la realizzazione di un terminal del gas nell'area di Gioia Tauro è stato tirato di nuovo fuori dal cassetto
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Occupa un intero armadio, che nel municipio di San Ferdinando riaprono dopo tanto tempo, il progetto per la possibile costruzione di un rigassificatore. Rimesso al centro del dibattito nazionale dal presidente Roberto Occhiuto, vista la necessità di rendere l’Italia autonoma dal gas russo, anche gli enti locali lo “tolgono dalla polvere” dopo il via libera che risale al 2014. «L’allora autorità portuale – spiega il presidente Andrea Agostinelli – aveva predisposto gli atti per l’assegnazione di una concessione demaniale marittima, ma i soggetti proponenti chiesero una dilazione dei tempi».
Occhiuto ha garantito la possibilità di un rilancio dell’iter, forse con una rivisitazione del progetto di Iride e Sorgenia - che all’epoca si incagliò anche per mancanza di finanziamenti statali - e il sindaco Andrea Tripodi avvisa il presidente.
«Prima di ogni cosa – sostiene l’amministratore – serve coinvolgere il territorio, perché anche se è vero che i Comuni all’epoca non ostacolarono il progetto, è vero anche che non si può considerare la Piana solo come un’entità territoriale, animata da una classe dirigente spesso insipiente e pronta ad accettare anche le frattaglie più immonde».
Tripodi mette assieme l’accelerazione di Occhiuto verso il raddoppio del termovalorizzatore e la costruzione del rigassificatore, i due impianti sorgerebbero a poche centinaia di metri, e critica il metodo delle scelte calate dall’alto, che all’epoca furono create – di fronte all’ostilità delle associzioni ambientaliste – approfittando del commissariamento quasi contemporaneo dei comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando. «Chiediamo allo Stato di aiutare gli enti a capire se il progetto è saggio oppure no – conclude il primo cittadino – anche per potenziare quel teatro indispensabile che è il retroporto che va potenziato certamente tenendo assieme la salvaguardia dell’ambiente e il miglioramento delle considerazioni civili complessive».
L’impianto, che è previsto sorgere nel comune di San Ferdinando – in una zona agricola che confina con l’area industriale – sarebbe collegato tramite una tubatura ad un pontile esterno e frontale al porto di Gioia Tauro.
Oltre agli effetti del conflitto, ad essere determinante per la sua riproposizione potrebbe essere il cambio al vertice del terminalista dei container - da Contship che era contraria perché temeva un ostacolo alla movimentazione delle navi, ad Msc che fin qui non si è ancora espressa – da qui l’idea di Occhiuto di rilanciare anche il vecchio progetto della “piastra del freddo”, ovvero lo sfruttamento dell’energia prodotta dalla trasformazione del gas liquido per creare un sistema di conservazione dei prodotti surgelati, coinvolgendo chi trasporta tramite le navi la merce.