La riforma dei Consorzi di bonifica calabresi non agita il sonno solo ai consiglieri di maggioranza, chiamati a dare una prova di compattezza e di “fedeltà” al presidente Roberto Occhiuto che ha imposto la fiducia al provvedimento varato dalla giunta. Anche dall’altra parte dell’aula consiliare, rispetto al diktat del capo dell’esecutivo, si teme per la tenuta dell’istituzione.

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Il gruppo del Partito democratico già nei giorni scorsi aveva bollato la manovra di Occhiuto come un atto di arroganza istituzionale senza precedenti che mortifica tutti i consiglieri regionali, ma oggi, a margine della riunione della Sesta Commissione Agricoltura, a rincarare la dose ci pensa Raffaele Mammoliti. Il suo è un appello e un’invocazione allo stesso tempo: «Si abbia il coraggio di restituire la parola ai cittadini oppure si dica chiaramente chi sarebbero i consiglieri regionali che non consentono al Presidente Occhiuto di portare avanti la sua azione di governo. Di certo non è consentito piegare il funzionamento delle istituzioni democratiche alla mera logica di maggioranza».

D’altra parte per l’esponente dem quanto accaduto in Commissione è «gravissimo». Per almeno due ordini di motivi. Intanto Mammoliti ricorda che sullo stesso tema il gruppo del Pd aveva presentato una proposta di legge lo scorso 23 maggio che, «inspiegabilmente, non è stata mai calendarizzata». Un fatto non nuovo in realtà se si tiene conto delle denunce in tal senso avanzate anche dal notaio vibonese Antonio Lo Schiavo, capogruppo del Misto, che non più di qualche settimana fa ricordava come diverse proposte presentate a Palazzo Campanella non hanno mai varcato le porte dell’aula commissioni.
In ogni caso, sostiene Mammoliti, «in base al regolamento interno del Consiglio (art. 69), si sarebbe dovuto procedere all’esame abbinato».

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Ma poi il consigliere dem pone l’accento anche sulla inedita imposizione, comunicata anche attraverso una missiva recapitata alla presidente della Sesta Commissione, Katya Gentile, dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, circa la discussione degli emendamenti, che saranno presentati direttamente in aula senza passare dagli organismi consiliari. Con l’aggravante – sottolinea Mammoliti – di aver audito i diversi attori interessati alla riforma, solo dopo il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti stessi, fissato per le ore 11 (la seduta di Commissione è iniziata alle 15:30 circa, ndr).

«Tale atteggiamento, che stigmatizzo, – scrive Mammoliti - è in linea con molti altri provvedimenti e/o passaggi legislativi che si sono consumati a volte senza il passaggio dalle apposite Commissioni e spesso senza il coinvolgimento democratico dei diversi attori. Penso alla Multiutility, ad Azienda Zero, Sacal, incendi boschivi e depurazione, mentre per altri provvedimenti come quelli riguardanti il gioco d’azzardo o il consigliere supplente, i consiglieri di maggioranza sono stati costretti a figure barbine».

Per l’esponente dem tutto ciò è «un modo di procedere lesivo del ruolo del Consiglio e delle Commissioni e irrispettoso per gli stessi elettori calabresi». Occorre, per lui, da subito, ripristinare e garantire il pieno rispetto del funzionamento degli organi istituzionali. 

Per questo Mammoliti auspica «la giusta attenzione» e l’interessamento del Presidente del Consiglio, «sperando che i consiglieri di maggioranza manifestino un vero sussulto di dignità, perché nel passaggio della seduta del Consiglio convocata per il 3 agosto che discuterà della riforma dei Consorzi, è in gioco il ruolo e la funzione di tutti i consiglieri regionali della Calabria».