Il presidente della Provincia di Cosenza critica il DCA di Cotticelli: «Penalizza le pazienti ed alimenta l’emigrazione sanitaria»
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Anche il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, interviene in merito al testo del DCA n. 100 del 15 luglio 2020 a firma del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro Saverio Cotticelli e del sub commissario Maria Crocco.
Limitata la libertà di scelta
«L’aggiornamento della Rete oncologica regionale con la creazione di tre Breast Unit per la cura dei tumori della mammella – dice l’esponente del Pd - è un passo importante, ma non si può vietare a tutte le strutture non rientranti nella rete di erogare prestazioni chirurgiche per il trattamento del tumore alla mammella. Farlo significherebbe limitare la libertà di scelta e non conoscere in maniera approfondita i limiti e tutte le criticità della sanità calabrese».
Provvedimento non condiviso
«La priorità – ha aggiunto - deve essere la salute delle donne. Continuiamo a leggere decreti non condivisi da chi vive il territorio e da chi lavora nel campo sanitario e che ogni giorno è costretto a lottare con coloro che prendono decisioni dall’alto senza alcun confronto e senza avere le conoscenze appropriate».
Sinergia per recuperare ritardi
«Le liste di attesa sono infinite e le tempistiche non rispettate anche per i pazienti a cui è stata diagnosticata una patologia neoplastica e che necessitano di un trattamento specifico ¬– ha detto ancora Iacucci - L’emergenza Covid-19 ha ritardato screening e controlli e poco è stato fatto in Calabria per recuperare i ritardi accumulati in questi mesi. Ecco perché non posso che sostenere la battaglia di coloro che stanno protestando per vedersi riconosciuto il diritto alla salute, all’assistenza e alle cure appropriate».
Il tempo fattore decisivo
Il presidente della Provincia di Cosenza poi, si sofferma sulle statistiche relative all’incidenza del tumore della mammella. Nel 2018, informa, «in Calabria sono stati diagnosticati 1250 casi: è la neoplasia più frequentemente diagnosticata nella popolazione italiana e necessita di una tempistica cerca, il fattore tempo nella cura delle pazienti è fondamentale».
Ripercussioni negative sulla mobilità passiva
«Questo decreto, invece di dare a tutti la possibilità di scegliere dove curarsi, dirotta i pazienti nelle strutture stabilite. Ma davvero possiamo credere che i cittadini della Regione Calabria, in questo modo, possano ricevere un trattamento tempestivo e appropriato? Questo DCA 100 può portare a un unico effetto: aumentare la mobilità passiva extraregionale. Sulla carta – insiste Iacucci - tutto può sembrare anche fatto bene, pensato seguendo l’orientamento attuato dalle altre regioni italiane. Peccato che poi bisogna fare i conti con una realtà che è completamente differente da quella descritta nei decreti. E tutto finisce per restare solo sui fogli».
Decreto Calabria in scadenza
«Il prossimo 31 ottobre – ricorda l’amministratore - scadrà il famigerato Decreto Calabria, che ha fortemente contribuito a rendere precario e ancora più fragile il nostro servizio sanitario. Ci sono tutte le ragioni per aprire una nuova stagione nella sanità calabrese. Ecco perché è ancora più insopportabile ridurre servizi, soprattutto su una patologia così drammatica come il tumore al seno».
Intervenga il Ministro
«Una Regione commissariata da undici anni dovrebbe porsi obiettivi differenti, non dovrebbe vietare ai cittadini di curarsi. È arrivato il momento che il governo assuma delle decisioni sulla sanità calabrese – conclude Iacucci - Il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenga al più presto: il fallimento dei commissari che si sono succeduti in questi anni è sotto gli occhi di tutti, cosa aspetta il Ministero a intervenire?