Giornate cruciali per il futuro del Pd. Domani a Roma arriveranno tutti i segretari regionali, compreso Ernesto Magorno, per incontrare Matteo Renzi.

 

L’ex premier spiegherà le sue intenzioni per il futuro e tornerà a ribadire la necessità di cambiamento proprio nel Meridione. Al Sud si è registrata la maggiore bocciatura della riforma costituzionale in occasione del referendum dello scorso 4 dicembre e da questo dato Renzi vuol ripartire. Evidentemente, il concetto ribadito al Nazareno nelle ultime settimane, lo stanziamento di finanziamenti non è stato sufficiente a guadagnare il consenso sul territorio. E proprio in Calabria se ne è avuta la dimostrazione lampante. Nonostante il Patto per la Calabria, il Patto per la Città Metropolitana e una presenza massiccia del governo che si è sbizzarrito in inaugurazioni e annunci sul finire della campagna elettorale referendaria, il risultato delle urne è stato tra i peggiori in Italia.

 

Magorno, dunque, è pronto a prendere appunti e a capire se esistono i margini per restare in sella, trovando un modo di assecondare il piano di riorganizzativo che Renzi illustrerà. Anche a costo di dover allentare il suo abbraccio con il governatore Mario Oliverio che vede le sue quotazioni romane in pesante ribasso. A prescindere dalle classifiche del Governance- poll, infatti, il presidente della giunta è in attesa di capire il suo futuro e quello della sua corrente. Moltissimo, ovviamente, è legato alla futura gestione della sanità. Dopo i ripetuti appelli al governo, con tanto di documento sottoscritto dal Consiglio regionale, affinchè venga posta fine all’esperienza di Massimo Scura in Calabria, il commissario continua a rimanere saldamente in carica.

 

Anzi dall’Arena di Giletti ha sferrato un nuovo attacco verso la gestione generale della Calabria che, a suo dire, avrebbe necessità di una rivoluzione culturale. Segnale evidente del fatto che il Commissario continua a godere degli appoggi romani ed è sicuro del fatto suo.

 

Oliverio dopo l’ultimo attacco, infatti, ha deciso di abbassare il profilo e di non replicare, cambiando condotta dopo settimane di duello rusticano. A questo punto vuole andare a sondare di persona le intenzioni del governo e decidere poi di conseguenza. Anche perché è l’intero partito ad essere in fermento. Mentre Renzi chiama a raccolta i segretari regionali, si muove anche la minoranza dem: i bersaniani si sono riuniti in serata, con lex segretario che ha ribadito di puntare su Speranza per la segreteria, ma di essere alla ricerca di "un nuovo Prodi" per palazzo Chigi. Un "nuovo Prodi" che potrebbe non arrivare dal Nazareno ma dal fronte della sinistra o dalla società civile. Il 28 gennaio sarà D'Alema a riunione i suoi.

 

Si capisce, dunque, che ogni movimento potrebbe determinare conseguenze a cascata. Anche questo un motivo per il quale Oliverio ha preso tempo sul rimpasto di giunta. Vuole avere le idee chiare prima di chiudere le trattative con partiti e correnti della sua maggioranza.

 

Attesa, infine, per l’annuncio della nuova segreteria che dovrebbe arrivare venerdì. I nomi sicuri dovrebbero essere quelli di Carofiglio, Nannicini, Fassino ma le altre new entry sono ancora incerte. Ancora qualche discussione, anche se le loro possibilità di ingresso si mantengono alte, sui nomi di alcuni sindaci come Bonajuto e dello stesso Falcomatà. A questo punto si dovrà aspettare ancora qualche giorno per avere il quadro chiaro. A quel punto sarà inevitabile la conta interna con l’obiettivo fisso alle prossime politiche per le quali è ancora incerto il numero dei posti al sole, considerate le incertezze relative alla nuova legge elettorale.

 

Riccardo Tripepi