Dal Pnrr alla sanità, dai fondi Ue ai tanti dossier aperti, l’europarlamentare calabrese chiede un’accelerazione al presidente Occhiuto: «C’è scarsa condivisione e poco ascolto. Serve programmazione, altrimenti continuiamo a perdere milioni di euro»
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La Calabria, nel Parlamento Europeo di Bruxelles, ha il volto e la voce di Laura Ferrara. Esponente di punta del Movimento 5 Stelle, tra i parlamentari più apprezzati della deputazione italiana, è l’unica esponente della nostra regione che è riuscita a centrare il seggio nelle ultime due elezioni.
In questi anni, si è ritagliata un ruolo di primo piano con interrogazioni, proposte di legge e ruoli istituzionali. Eppure, quanto le viene chiesto com’è la Calabria vista da Bruxelles, non riesce a nascondere l’amarezza, tra fondi spesi poco e male, risorse perse e opere non realizzate.
Laura Ferrara: «Calabria, una regione che continua ad arrancare»
«In questo momento, vista dal Belgio, la nostra è una regione che non riesce a cambiare passo – spiega l’europarlamentare, al secondo mandato – e che non trova la sua strada continuando ad arrancare: sono state riposte molte speranze in tutti questi fondi in arrivo, con il PNRR che insieme ai fondi POR e al Next Generation UE avrebbero potuto dare uno slancio vitale per la nostra regione, ma siamo ancora uno dei territori che spende poco e male i fondi a disposizione. Lo abbiamo visto nel report delle Politiche di Coesione, nella relazione annuale dei fondi comunitari della Corte dei Conti, che ha certificato come la Calabria sia ancora una delle regioni meno sviluppate e con un altissimo tasso di frodi. Il nostro è un territorio al quale l’Europa vuole dare speranza di riscatto e di sviluppo, ma al momento emergono troppo le difficoltà e la mancanza di concretezza».
Segnale che l’Europa, nei prossimi mesi, manifesterà sotto forma di liquidità: tantissimi son i fondi in arrivo in Calabria, dalla chiusura del programma 14-20 con tantissimi soldi ancora da spendere all’avvio della programmazione 2021-2027, il PNRR, tutte risorse che se ben spese potrebbero cambiare il volto della Calabria. Lei cosa ne pensa?
«Un mese fa – spiega l’eurodeputato – sono stata alla Cittadella ad incontrare il presidente Occhiuto: l’ho sollecitato a creare una task force che possa riunire non solo le diverse expertise ma anche e soprattutto la progettualità delle diverse linee di fondi, che sono interconnessi in arrivo. Ci vuole competenza nel saperle gestire e se già con i fondi strutturali non abbiamo brillato per l’uso in termini qualitativi e quantitativi, con il PNRR si richiede una competenza ancora maggiore. L’idea della task force nasceva proprio per questo motivo, per far dialogare le misure tra loro, creando sinergie tra i fondi con tempestività, senza perdere nemmeno un euro. Il presidente ha lamentato il fatto che non siano stati inviati dal governo centrale dei veri e propri esperto, ma al di là di questo non ci è sembrato che ci sia stato un vero cambio di passo. Ha lanciato l’allarme sulle centinaia di migliaia di euro persi: ci viene da dire “Buongiorno, presidente!”, stupisce che se ne accorga oggi».
Sono tanti d’altronde i dossier aperti con la Commissione Europea: depurazione, rifiuti, la programmazione europea.
«Guardi, siamo in gravissimo ritardo. Sulla prossima programmazione dovrebbe esserci un dialogo forte per perseguire i cinque obiettivi. Dal digitale all’innovazione, dalla transizione ecologica ai servizi ai cittadini, tutto questo deve entrare nel nuovo por. Il presidente Occhiuto aveva annunciato che la Calabria sarebbe stata la prima regione a far partire la programmazione 21-27 ma ancora non c’è nulla. A questi si aggiungono tutti i problemi relativi alla 14-20, che si deve chiudere e bisogna evitare di perdere risorse. Però c’è scarsa condivisione e poco ascolto, ed anche poca trasparenza sulla stesura stessa del POR e degli obiettivi: con un coinvolgimento maggiore degli stakeholder si centrerebbero meglio gli obiettivi. Abbiamo visto inoltre sulla 2014-2020 che ci sono state diverse frodi, progetti non funzionanti che verranno ritirati totalmente, addirittura una pesante critica al sistema di gestione e controllo: dobbiamo evitare che questo si ripeta in futuro».
Ci faccia un esempio.
«Bisogna evitare sempre gli stessi problemi: prendiamo ad esempio la qualità della spesa, cosa che ho fatto presente al presidente. Ci si concentra sul fatto di voler spendere tutte le risorse ma non ci si concentra sul come: quindi si usano strumenti come i progetti retrospettivi, si spostano i fondi, ci mettono in campo artifici finanziari. Bisogna superare questa miopia e passare ad un concetto di spesa utile, che porti ritorno ai territori».
Al centro delle ultime interlocuzioni osservata speciale è stata la programmazione 2014-2020. Che giudizio dà all’attuazione del programma?
«C’è una miopia di fondo, che ha portato allo smembramento dei progetti. Il POR 2014 2020 si dovrebbe concludere nel 2023 ma rischia di arrivare in fondo un programma totalmente diverso rispetto a quello scritto, per i motivi scritti prima. Prendiamo le grandi opere, nessuna di queste è stata realizzata. È accaduto ad esempio con la metropolitana leggera: è stata stralciata da questa programmazione e verrà pare riproposto nella nuova, pare ci si sia intestarditi a portare avanti un progetto che tra l’altro ormai è vecchio, andrebbe totalmente rivisto, anche per il contesto attuale che è diverso. Però non si capisce se ci sia una volontà politica o economica a realizzarlo, per le penali e i contenziosi, e non per il reale valore che avrebbe l’opera sui territori. E questo per moltissime opere che non sono mai partite o che non vedranno la luce».
Per chi conosce il linguaggio di Bruxelles, nel momento in cui la Commissione chiede di “mettere in sicurezza i programmi” lancia un allarme. Pensa si sia incrinato il rapporto di fiducia tra la Commissione Europea e la Calabria?
«Di certo c’è molta attenzione a quello che succede, anche per via dei problemi degli ultimi mesi. Certamente si poteva dare un segnale di cambiamento e di inversione di rotta, magari anche partendo da dirigenti nuovi e diversi, cambiare pagina. Anche di questo abbiamo parlato con il presidente Occhiuto, ma mi ha manifestato la difficoltà nel trovare persone disposte a venire a lavorare in Regione Calabria, questo la dice lunga anche sull’immagine di questa istituzione all’esterno. Non è facile trovare persone disposte a venire a prendere delle responsabilità, lavorando con ruoli dirigenziali».
A proposito di Regione, torniamo in Calabria: per la prima volta il Movimento 5 Stelle ha una sua rappresentanza in Consiglio Regionale, ma la base spesso rumoreggia, accusando la delegazione di eccessiva morbidezza. Cosa ne pensa?
«Ognuno interpreta il ruolo come meglio crede, inoltre siamo ancora nei primi mesi: l’approccio dei nostri consiglieri è collaborativo e costruttivo. Pur trovandosi all’opposizione l’obiettivo deve essere quello di raggiungere gli obiettivi. Certo, l’approccio collaborativo è essenziale, ma non deve equivalere a far finta che tutto vada bene. Soprattutto su frodi, utilizzo sbagliato dei fondi, per quanto mi riguarda le denunce e le critiche sono sempre state presentate e corroborate da dati ufficiali, come riconosciuto dai governatori che si sono succeduti. Sono certa che anche loro faranno lo stesso».
Nei prossimi mesi ci saranno tantissime risorse in arrivo: è più preoccupata per quello che potrà succedere o vede un’opportunità?
«Si, è vero, i prossimi mesi saranno cruciali e non andrà sbagliato nulla. Ma voglio continuare a vedere un’opportunità, non perché la speranza debba essere l’ultima a morire ma perché penso si debba tutti remare nella stessa direzione per cercare di dare un futuro a questa terra. Sia pungolando con una sana opposizione ed un monitoraggio puntuale delle attività, sia riponendo le giuste speranze nella maggioranza di Governo regionale, mi auguro che le opportunità di crescita della Regione Calabria siano concrete.
«Certo, ovviamente le preoccupazioni non mancano - conclude -, per tutte le cose dette finora: se le basi non sono state cambiate, se non è stato fatto nulla per avere una gestione migliore, se tutto va a rilento, rischiamo di perdere le opportunità di cambiamento e non solo, anche di affossare le nuove generazioni perdendo l’ennesimo treno. SU cosa punto di più? Sulla speranza. Non voglio essere pessimista, non lo sono per natura e non lo voglio essere per la mia terra. Incrociamo le dita».