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Riprende l’attività istituzionale a palazzo Campanella dopo la pausa legata alle festività natalizie. Per lunedì prossimo è fissata la riunione della Commissione “Riforme” che discuterà una proposta di rivisitazione di alcune norme dello Statuto regionale e del regolamento del Consiglio. La normativa è stata approntata dal presidente dell’organismo Sinibaldo Esposito (Ncd) e dal vice-presidente Vincenzo Pasqua (Oliverio Presidente).
Alla discussione dovrebbe prendere parte anche il vicepresidente della giunta Antonio Viscomi, mentre il termine per la presentazione di eventuali proposte emendative scadrà venerdì prossimo.
La proposta normativa ha l’obiettivo di migliorare la qualità della legislazione regionale attraverso alcuni accorgimenti e alcune modifiche da apportare agli articoli 43 bis e 44 dello Statuto che impongono rigidi parametri di verifica dell’attività normativa, con un puntuale monitoraggio delle varie fasi di attuazione.
Viene semplificata e favorita l’adozione di Testi Unici con una maggiore partecipazione del Consiglio nel processo della loro elaborazione. La scelta, come si legge nella relazione introduttiva, è stata fatta per tentare di ridurre il fenomeno delle impugnative del governo nazionale delle leggi calabresi davanti alla Consulta.
Al contempo la Commissione, con la modifica al regolamento interno del Consiglio, mira a coinvolgere in maniera più diretta l’Assemblea nel processo di formazione e di attuazione della normativa europea. In particolare si inserisce nella sessione di Bilancio una modifica per rendere maggiore la partecipazione del Consiglio nella fase ascendente della normativa Ue e di verifica del principio di sussidiarietà.
La riforma, insomma, mira a mitigare in qualche modo l’esasperato centralismo di cui soffrono le Regioni con un potere che sembra eccessivamente concentrato nelle mani del governatore e della sua giunta. Del resto i vertici della Commissione non hanno mai fatto mistero di puntare ad un recupero del ruolo proprio del Consiglio regionale, da troppo tempo ai margini dei processi decisionali.
Riccardo Tripepi