Tra chi ritiene di essere stato defraudato di un seggio in Consiglio e chi reclama un posto in Giunta, c'è molto movimento nel centrodestra. Ma anche a sinistra non è che tutto fili liscio
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Chi sta esaminando la delicata questione, avendone le competenze e gli strumenti necessari per arrivare a determinarsi, entro pochissimi giorni dovrebbe decidere il da farsi. Ma di cosa stiamo parlando? Del ricorso nella Circoscrizione Centro contro Michele Comito e soprattutto Valeria Fedele, neoeletti al consiglio regionale. Quanti li hanno voluti a Palazzo Campanella, i vertici calabresi di Forza Italia che in particolare a Vibo ma anche a Crotone e Catanzaro gli hanno arato il terreno, sono infatti entrati nel mirino di alcuni dirigenti locali del partito, nel capoluogo in particolare, ma anche di singoli esponenti i quali si ritengono defraudati da un manovra a sorpresa, già nota in realtà, ma difficile da metabolizzare.
Comunque sia la questione è spinosa, perché chi mira a buttare giù dalla… torre la Fedele (la quale in quanto dg della Provincia di Catanzaro, secondo una certa tesi giuridica avrebbe dovuto dimettersi prima del deposito delle liste) sta esaminando con attenzione la faccenda dell’interpretazione estensiva dell’unica normativa che regola la materia, almeno in una realtà come quella calabra in cui nessuno si è finora incaricato di far chiarezza con una disposizione ad hoc affidandosi invece al rimando alla legge nazionale. Tant’è, però, il tema resta aperto. E se le voci che arrivano verranno confermate sarà battaglia, assecondando la volontà di cambiare le carte in tavola alla svelta. A riguardo va precisato che l’obiettivo dei ricorrenti passa dalla possibilità di ottenere una pronuncia favorevole in tempi brevi e con immediata esecutività, vale a dire con un avvicendamento subito successivo al deliberato determinando l’ingresso di chi ne ha diritto al posto della rappresentante eletta lo scorso 4 ottobre.
Facile a dirsi, ma come ovvio assai più complicato tradurre tutto in fatti in un’aula giudiziaria. Sullo sfondo di quanto fin qui detto anche un argomento in un certo senso connesso: la formazione della Giunta Occhiuto. Che in una logica di “pacificazione interna” e nell’ottica dell’aumento del numero delle donne nel massimo ente amministrativo locale, la Regione appunto, darebbe tanto il governatore quanto la stessa Fi alla ricerca di figure femminili di spessore da nominare. Analoga indiscrezione è peraltro trapelata su Coraggio, che comunque sia sarebbe sempre più intenzionato a far godere un terzo fra i due litiganti Sergio Abramo e Frank Mario Santacroce. I quali non figurerebbero dunque nell’ambito novero dei futuri assessori.
Il sindaco Abramo sta tuttavia provando a perorare la sua causa in ogni modo, anche per sganciarsi in modo definitivo da una gestione comunale che negli ultimi sei mesi dell’ennesimo mandato da lui ricoperto rischia di tramutarsi in una Caporetto per l’Amministrazione in carica.
Infine, una curiosità che riguarda il leader di Tesoro Calabria Carlo Tansi. Il quale su una delle tante pagine e profili che mantiene attivi sebbene la fine della campagna elettorale ha fatto campeggiare la scritta “Lunga vita ai ribelli”. Uno slogan diffuso e adottato da tutti coloro che affermano di voler combattere un sistema, naturalmente.
Una frase che nel recente passato a Catanzaro è stata fra l’altro oggetto di molte discussioni, perché marchio di fabbrica di un consigliere comunale, leader di movimento civico e già candidato alle Regionali (anche con risultati personali lusinghieri, pur non sufficienti per ottenere il seggio), di nome Sergio Costanzo. Che quando ruppe, dieci anni fa circa, con l’allora plenipotenziario del centrodestra cittadino e non solo, Mimmo Tallini, scegliendo di approdare nello schieramento opposto ne fece una sorta di biglietto da visita salvo accantonarlo l’estate scorsa quando è tornato all’ovile, per così dire, rientrando nella vecchia area politica e riavvicinandosi a Tallini. Costanzo, quindi, non pare più ribelle mentre Tansi lo sarà ancora.