VIDEO | Attesa una svolta radicale rispetto al recente passato, quando il ruolo dell’esecutivo e dell'assemblea è stato ridotto ai minimi termini. Primo ostacolo per la neo governatrice è garantire equilibrio nei rapporti con la Lega e tenere compatta Forza Italia
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Chiuse le urne adesso comincia il momento più complicato: governare una Regione difficile e con mille emergenze che ha sempre messo in grave difficoltà ogni governatore. Tanto che mai nella storia del regionalismo calabrese un governatore uscente è riuscito ad essere eletto per la seconda volta, venendo sistematicamente bocciato dagli elettori.
Jole Santelli si presenta alla sfida sostenuta da una larghissima maggioranza e un consenso solido che le consente di poter iniziare il percorso con tutte le carte in regola e con le “mani libere” così come ha più volte sottolineato commentando a caldo il dato elettorale.
Per la prima volta una donna alla guida della Regione e per la prima volta la Lega in Consiglio. Due inediti che potrebbero servire a segnare un distacco rispetto alle gestioni passate. Il fronte sovranista dentro palazzo Campanella, inoltre, dovrebbe essere bilanciato dalla presenza delle forze moderate rappresentate da Fi e dalle liste satellite, oltre che dall’Udc che torna in consiglio dopo una legislatura di stop.
La politica torna in giunta
E i segnali di diversità si colgono già nelle prime parole, seppur pronunciate con un filo di voce dalla Santelli, che nella formazione della giunta ha garantito che sarà data la giusta rappresentanza ai partiti che hanno contribuito alla vittoria elettorale. Probabilmente dando un riconoscimento anche a quelle liste e quegli uomini che, per effetto di un meccanismo elettorale cervellotico, sono rimasti fuori da palazzo Campanella pur avendo centrato il quorum e raccolto diverse migliaia di voti. L’obiettivo finale è quello della creazione di una giunta equilibrata, in parte sicuramente politica, che segnerebbe lo stacco con la giunta dei professori di Mario Oliverio che ha lasciato un pessimo ricordo di sé e segnato una lacerazione mai risolta con il Consiglio regionale.
Dignità al Consiglio regionale
Recuperare il rapporto con il Consiglio è un’altra delle direttive che il neo governatore ha annunciato di voler perseguire per ricostruire quell’equilibrio tra i poteri che è mancato nella passata legislatura, durante la quale l’Assemblea regionale è spesso stata privata anche del ruolo che le è proprio e cioè di legiferare.
I rapporti con gli alleati
Ovviamente ci saranno da smussare tutte le intemperanze delle altre forze di governo, con la Lega indispettita per il risultato ottenuto e che guarda in modo sospettoso gli alleati. Mattero Salvini e Cristian Invernizzi, che sicuramente pagano delle responsabilità nelle modalità con le quali hanno costruito le liste, iniziano a pensare che le altre forze politiche abbiano fatto fronte comune per rallentare l’avanzata nordista. Anche Fdi di Giorgia Meloni vuole i giusti riconoscimenti e adeguata rappresentanza e su Reggio dove ha raggiunto il risultato più alto pretenderà il candidato sindaco.
Il ruolo di Francesco Cannizzaro
Anche dentro Fi, inoltre, ci saranno da salvaguardare gli equilibri territoriali con le altre Province calabresi che guardano con timore al risultato ottenuto dalla coalizione a Reggio dove si è andati oltre il 65%. Il risultato più alto tra le varie circoscrizioni. Merito del lavoro del deputato e coordinatore provinciale del partito Francesco Cannizzaro che ha costruito liste fortissime e spedito in Consiglio 2 azzurri con il suo candidato di riferimento Giovanni Arruzzolo primo degli eletti, davanti a Domenico Giannetta, con oltre 8mila voti. L’asse Santelli-Cannizzaro, tarantelle a parte, è sembrato solidissimo e vincente e comincia a creare anche quale gelosia sul resto del territorio calabrese. Fin qui i due hanno saputo tenere botta anche nel momento più complicato delle trattative per la scelta del candidato governatore e dopo l’esclusione di Mario Occhiuto. Non solo. Sono anche riusciti a ricucire gli strappi e a presentare agli elettori una coalizione unita che ha stracciato gli avversari. Mantenere gli equilibri, però, è spesso più difficile che raggiungerli.