La riunione è stata quasi informale, dicono perfino «rilassata». Niente urla, nessuna rivendicazione, zero lamentele. Se i partecipanti si fossero trovati al ristorante invece che alla Cittadella di Germaneto, la si potrebbe raccontare come una cena tra buoni conoscenti che, calici in alto, si augurano che il rapporto evolva finalmente in amicizia duratura, sincera e leale.

Occhiuto e i capigruppo del centrodestra, dopo 9 mesi di Governo, ieri hanno suggellato un sorta di patto non scritto: lavorare più a stretto contatto per valorizzare il ruolo della maggioranza, evitando al tempo stesso la possibile marginalizzazione del Consiglio regionale, peraltro già denunciata dalle forze di minoranza, Pd in testa.

Cambio di passo?

È presto per dire se sia stato il vertice della svolta, del secondo tempo di una legislatura ancora giovane. Certo è che la volontà di cambiare passo, e di marciare insieme, è stata ribadita più volte.

Al piano nobile della Cittadella, il decimo, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e i capigruppo di maggioranza – Giovanni Arruzzolo (Fi), Simona Loizzo (Lega), Giuseppe Neri (Fdi), Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Giuseppe Graziano (Udc) e Francesco De Nisi (Ci) – hanno avuto quello che da più parti è stato definito come un «piacevole» e «proficuo» incontro con il governatore.

Diversi consiglieri lo chiedevano da tempo, perché, qualcuno lo ammette quasi sottovoce, finora Occhiuto – «ma non poteva essere diversamente», sottolinea qualcun altro – è stato una sorta di comandante solitario in mezzo a una tempesta, alle prese con mille storiche emergenze che, di fatto, gli hanno impedito un confronto costante con i suoi ufficiali.

Ieri, però, i capigruppo sono stati ricevuti, rassicurati, ascoltati. «Il clima – spiega uno dei partecipanti – è stato molto sereno. Abbiamo messo le basi per una nuova collaborazione istituzionale». L'obiettivo del vertice viene riassunto in una formula: «Lavorare insieme per rendere più forte l'attività amministrativa».

Occhiuto, nell'ora piena dedicata ai rappresentanti della sua maggioranza, avrebbe avuto tutt'altro che il piglio dell'uomo solo al comando. «Ci ha elencato le azioni che sta mettendo in campo nei vari settori critici della Regione e ha manifestato la sua piena disponibilità a istituzionalizzare questi incontri», argomenta uno degli ospiti.

Non sarebbe stata stabilita una cadenza fissa, ma quasi tutti i capigruppo sono convinti che il confronto di ieri sia stato solo il primo di una – sperano – lunga serie.

Tra dichiarazioni d'intenti, battute e qualche riflessione sulla crisi di Governo e sul possibile voto anticipato (uno scenario che potrebbe coinvolgere in prima persona diversi capigruppo), Occhiuto ha parlato di sanità, emergenze ambientali, progetti amministrativi a breve termine. Focus veloci, niente di approfondito. Ma i presenti li hanno letti come «segnali di apertura» capaci di inaugurare una collaborazione più stretta rispetto al passato, una «nuova sinergia» tra Giunta e Consiglio.

«Roberto – ragiona un capogruppo – ha a che fare tutti i giorni con ministri, con i capi di grandi aziende pubbliche, con le emergenze storiche della Calabria che peggiorano per le conseguenze della della guerra in Ucraina, dell'inflazione, dell'instabilità di Governo. Noi, invece, abbiamo un contatto più diretto con le persone, che ci chiedono risposte. E, per darle, abbiamo bisogno di un dialogo continuo con il presidente».

Mancuso e il resto della delegazione hanno lasciato il piano nobile della Cittadella tra sorrisi e strette di mano fiduciose. E con la speranza di aver posto le basi per un nuovo metodo amministrativo.