Veleni e campagna elettorale sono un binomio perfetto - e sovente inscindibile - un po’ come camicia e cravatta, pizza e birra o calcio e tifo sfegatato. Ma la “coda” della competizione per le Regionali 2021, a prescindere da tale riprovevole consuetudine, rischia di essere davvero al vetriolo. E malgrado manchino ancora circa quindici giorni all’attesissimo momento della verità, le ultime voci non lasciano presagire nulla di buono sul rush finale. Semmai il contrario.

Basti pensare ai recenti rumors su possibili insistenti suggerimenti (la definizione corretta nella fattispecie sarebbe indebiti condizionamenti) a dipendenti di aziende in qualche modo sotto il diretto controllo della politica, che sarebbero stati chiamati, sarebbe meglio scrivere passati in rassegna, uno per uno al fine di sostenere questo o quel candidato come ovvio al di là delle idee o preferenze personali di cui sono liberamente portatori. Grave? Gravissimo in realtà, soltanto che le prove del presunto reato o quantomeno dell’indecorosa pratica come al solito si fatica a vederle emergere.

«Si racconta…», in sostanza, continua a essere l’immancabile refrain di chi ha interesse a portare alla luce certe magagne. Ma di denunce circostanziate (non per forza all’autorità giudiziaria, se la richiesta si limita a essere pressante e non dunque corroborata da minacce di ritorsioni), anche mediante gli “abusati” canali social, neanche l’ombra. Tanto che, pur sapendo come comportamenti del genere non siano purtroppo affatto inusuali, la sensazione di boatos diffusi per far parlare dell’argomento e spaventare qualche avversario con la “coda di paglia” è forte.

Comunque sia, fin qui un tema tutto da approfondire mentre un altro argomento su cui soffermarsi è quello relativo a un’altra pratica illecita: il voto “acquistato” da chi naturalmente lo mette sul mercato senza remore. Tempi duri però, sotto il profilo squisitamente economico con i chiari di luna che ci sono, per i venditori. Già, proprio gli offerenti di una merce (sarebbe in realtà un diritto costituzionalmente garantito) commerciabile una tantum, anche se a causa di tornate sempre in… vista per i più disparati motivi (con particolare riferimento alle Amministrative, essendo Europee e Politiche invece, per così dire, meno esposte al rischio in virtù dei rispettivi meccanismi elettorali) non è poi un’affermazione vera fino in fondo. Anzi. Peccato per loro, però, che il tariffario in vigore pare sia in considerevole calo rispetto al passato: si mormora addirittura da 50 a 30 euro a… cranio.

Tutto nella legalità e nella normalità, viceversa, l’indefesso lavoro di quanti i consensi li procacciano in conto terzi, convincendo i cittadini dell’assoluto valore dei danti causa che si sono scelti: i capi-elettori. Una figura ormai quasi professionalizzata, che spesso (ma non per forza) coincide con quella dei consiglieri comunali. Gli stessi che ad esempio a Catanzaro, dov’è in atto uno scontro di poteri al di là persino della lotta per le Regionali, hanno dato vita alla scomposizione del vecchio quadro con una spaccatura insanabile, anche una volta archiviata l’imminente consultazione.

Tuttavia, pure molti appartenenti alla categoria dei raccoglitori di preferenze (non unicamente formata dai membri dell’assise civica), senza bisogno di incentivi per gettarsi nella mischia, dovranno stare molto attenti. Perché a seconda di come andranno le cose nelle urne potrebbero non avere la chance di riposizionarsi subito in caso i loro calcoli non dovessero rivelarsi azzeccati.