Continua il tour di Matteo Salvini in Calabria. Questa mattina, il leader nazionale del Carroccio ha inaugurato a Lamezia Terme laseconda sede della Lega. «Ce lo chiede la città» ha detto il parlamentare Furgiuele. Per Salvini ambiente, sanità, turismo e aeroporto sono i temi sui quali la Calabria deve investire. Poche e isolate le contestazioni.

«Dopo l’approvazione del Recovery – ha esordito Salvini - i soldi ci sono, adesso bisogna spenderli bene, soprattutto in Calabria dove in passato troppo spesso sono dati aiutini e mance agli amici degli amici invece di pensare al lavoro e alla sanità. In Calabria, infatti, le emergenze sono il lavoro per i giovani e una sanità di eccellenza per tutti».

Come già ribadito anche ieri a Reggio e nella Locride, il segretario della Lega ha affermato che i temi principali da affrontare, in caso di vittoria del centrodestra alle prossime regionali sono «il lavoro, la tutela dell’ambiente, un piano spiagge. In Calabria ci sono 800 chilometri di costa che potrebbero creare lavoro per migliaia di giovani e tante famiglie. Inoltre la sanità, che deve tornare in mano ai calabresi perché di commissari incapaci che arrivano da fuori e che fanno disastri la Calabria ne ha visti anche troppi».

Un acceleratore per lo sviluppo della Calabria, secondo Salvini, potrebbe arrivare dai fondi del Pnrr. Il tema delle infrastrutture, in questa direzione, occupa un posto centrale nell’idea di sviluppo del leader della Lega: «Ho parlato con l’onorevole Furgiuele – ha spiegato - che è il nostro parlamentare a Lamezia. Qui Pnrr può essere un’occasione anche per porti e aeroporti non solo per la Statale 106. La Calabria potrebbe avere nel turismo una occasione fondamentale di crescita economica. Ci sono porti e aeroporti che sono poco utilizzati ochiusi. Vorrei che in Calabria arrivassero tantissimi turisti, ma non possono venire a piedi, quindi l’aeroporto di Lamezia in questo senso è fondamentale».

Infine, uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini, l’immigrazione. «Sui migranti – ha detto - dobbiamo fare da soli, dubito che l’Europa ci dia una mano, dobbiamo difendere i nostri confini non solo sulle coste. Già con l’attuale normativa si può selezionare chi arriva e si potrebbero scegliere le ong serie da quelle non serie. Dipende dal ministro dell’Interno: io e Dragi abbiamo le idee chiare, ma se il ministro dell’Interno si gira dall’altra parte qua ne sbarcano centinaia ogni giorno».