I primi cittadini firmano un documento nel quale chiedono ai partiti di coinvolgere i territori per la stesura di un serio programma di rilancio della nostra regione
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«Il rinvio delle elezioni regionali dal 14 febbraio 2021, all'11 aprile è ormai realtà. Nello scenario che ha preceduto il rinvio, abbiamo assistito ad una vera e propria rincorsa al nome del candidatopPresidente. Uno scenario surreale in cui vi era e vi è, a distanza di più di un mese, un solo e chiaro punto fermo: della risoluzione dei problemi della Calabria sembra non interessi niente a nessuno».
I firmatari
Dieci sindaci calabresi si fanno promotori di una sorta di manifesto programmatico rivolto agli schieramenti politici che si affronteranno alle prossime elezioni regionali per il rinnovo del Consiglio e del presidente della Regione. I firmatari sono i primi cittadini Ernesto Francesco Alecci (Soverato), Domenico Giampà (San Pietro a Maida), Virginia Mariotti (San Marco Argentano), Lucia Papaianni (Paterno Calabro), Agostino Chiarello (Campana) Vitaliano Papillo (Gerocarne), Giuseppe Rizzello (Maierato), Domenico Mantegna (Benestare), Cesare De Leo (Monasterace) Maria Grazia Vittimberga (Isola Capo Rizzuto).
Soli nomi e nessun programma
«Tra coloro che partecipano ai famosi tavoli – sottolineano nel documento - non c'è stata ancora discussione nel merito di quelli che sono i reali problemi, non c'è stata un'idea di programmazione, non c'è stata lungimiranza. Ci sono state solo proposte di nomi, tatticismi e ansie per la composizione delle liste. Non condividiamo la linea del populismo e del giustizialismo utilizzata da alcuni movimenti per comporre le liste in modo tale da poter aver assicurato il posto in Consiglio Regionale. È svilente assistere a tutto ciò, soprattutto nel contesto dell'emergenza Covid19 in cui la gente si vede privata dei propri diritti, pensiamo: alla salute o al lavoro».
«Noi sindaci e amministratori locali siamo in trincea – aggiungono i primi cittadini - completamente abbandonati a noi stessi, privi di risorse umane ed economiche. Spesso soli ad affrontare le problematiche delle nostre comunità a mani nude, supportandoci a vicenda e, con assunzioni di responsabilità ma anche con grande preoccupazione. L'abbiamo e lo stiamo facendo soprattutto durante l'emergenza Covid».
La Calabria affonda
«Da spettatori, fino ad oggi, abbiamo avuto modo di constatare il tempo perso e la totale mancanza di consapevolezza di quelle che sono le condizioni in cui si trova la Calabria. Oggi più che mai serve una forte azione riformista che ponga sul tavolo questioni centrali come la programmazione europea, la Next Generation EU, il Mes».
«Tutti fondi che, se programmati con lungimiranza, possono essere utilizzati come strumento pragmatico per il futuro. Uno strumento che, oltre a creare posti di lavoro, possa creare sviluppo, riqualificazione e rimetta in moto l'economia incrementando il Pil. Un turismo capace di diventare la prima industria regionale che possa valorizzare le aree interne con i loro Borghi ed essere al contempo da traino per il settore agro alimentare e dei servizi».
Responsabilità e pianificazione
«Tutto ciò potrà offrire un'immagine positiva della nostra terra, accogliente, ricca di storia e di cultura ed attenta all'ambiente. Rilanciare il piano delle infrastrutture ed affrontare definitivamente il tema del dissesto idrogeologico. La pandemia ha certamente aggravato le condizioni socio-economiche, in cui versa la nostra regione, e probabilmente ancora non abbiamo piena contezza delle conseguenze e degli strascichi cui andremo incontro nei prossimi anni. Questo stravolgimento epocale ci ha messo di fronte a nuovi scenari, carichi di difficoltà, ma anche di opportunità».
«È giunto il momento della responsabilità e della pianificazione, a cominciare da noi amministratori locali. Siamo pronti al confronto e al dibattito, per giungere insieme ad una scelta condivisa che possa proporre una rosa di candidati capaci ed entusiasti, espressione diretta di un territorio che non ha più tempo da perdere in giochi politici o alternanze imposte dall'alto, che non può essere considerato esclusivamente una terra di conquista per politici e manager senza scrupoli».