«Noi crediamo che la prima sfida da vincere in Calabria sia quella infrastrutturale, soprattutto in un territorio come questo: la questione dell’aeroporto, l’alta velocità che manca, il porto di Gioia Tauro che da solo potrebbe essere il crocevia delle merci che arrivano da tutto l’est del mondo».

Punta sulla sfida infrastrutturale la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, accolta da un bagno di folla a Crotone. Anziché tenere un comizio ha preferito incontrare i cittadini e visitare il mercato di Piazza Pitagora dove si è confrontata con i commercianti e apprezzato le produzioni tipiche del territorio.

«Noi, per esempio, abbiamo rilanciato il tema della variante alla statale 106, del collegamento diretto tra Crotone e Catanzaro. Questi sono i temi di cui siamo venuti a parlare e che ci interessano: non cose facili, ma possono cambiare il futuro della Calabria».

Quello delle infrastrutture è, secondo Meloni, un tema prioritario per la Calabria, regione penalizzata negli investimenti rispetto al resto d’Italia.

 «Io non sono d’accordo – ha spiegato la Meloni – quando il Presidente Conte dice di essere contento per aver destinato il 34 per cento della spesa infrastrutturale al Sud. Io penso che il Sud abbia un ritardo tale che si debba arrivare al 50 per cento. Le regioni meridionali hanno bisogno di colmare una distanza che impedisce a questi territori di competere ad armi pari e la Calabria, tra tutti questi territori, è quella messa peggio».


Per alcune opere strategiche come la strada statale 106 i progetti sono in campo da tempo. Secondo la leader di Fratelli d’Italia, quello che manca è una scossa della politica affinché partano i cantieri. «Stiamo parlando di una variante alla Statale 106 - ha spiegato Meloni - per la quale sono state 22 delibere. Quindi bisogna fare cose che tutti sanno che darebbero una  scossa, e che non si sono volute fare per responsabilità diffuse, anche di una classe dirigente calabrese oltre che nazionale, però forse creando una filiera tra governo regionale e nazionale ed avendo una convergenza di vedute e di responsabilità forse qualcosa può cambiare».

 

Sulla sanità, Meloni ha auspicato una sinergia tra governo nazionale e regionale con esiti differenti rispetto ad un commissariamento che in Calabria si è tradotto soltanto in un continuo rimpallo di responsabilità. «Una parte delle risorse ci sono – ha detto Meloni – però il fatto che il 40 per cento dei malati oncologici decida di andarsi a curare fuori regione è un costo in più per il calabresi».