«Mi auguro che i cittadini calabresi possano andare a votare per il rinnovo del consiglio regionale alla scadenza naturale della legislatura, prevista per fine novembre». E’ quanto sostiene Francesco De Sarro, vicecoordinatore di Forza Italia della Provincia di Catanzaro.

 

 

«Non riesco a comprendere a chi possa servire o giovare prorogare di qualche settimana la data delle elezioni regionali, anche se la legge – osserva Francesco De Sarro - consente al presidente della Regione di usufruire di tale possibilità che permetterebbe al governo di centro-sinistra di vivacchiare nelle postazioni di potere fino al mese di febbraio». «Tale eventualità – sottolinea il vicecoordinatore provinciale di Forza Italia - non sarebbe recepita positivamente dai cittadini calabresi. Questi ultimi, infatti, sono lontani da queste dinamiche e, soprattutto sono logorati e stanchi da questa interminabile legislatura che ha registrato l’immobilismo del governo regionale, incapace di risolvere e affrontare i problemi del territorio». «Occorre un forte segnale di discontinuità. Rimanere aggrappati alla poltrona – prosegue De Sarro - non è certamente un gesto che va in tale direzione, proprio in un particolare momento storico in cui si acuiscono i problemi legati alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile, e quelli relativi al disagio economico e sociale».

 

«Discorso completamente diverso - precisa De Sarro - merita il dibattito relativo al possibile ritorno alle urne nel Comune di Lamezia Terme, per l’elezione del nuovo sindaco e del consiglio comunale. In tale caso occorre necessariamente aspettare la sentenza del Consiglio di Stato prevista per il mese di settembre 2019. Solo dopo che l’organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione si pronuncerà in maniera definitiva sullo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia Terme, sarà possibile sapere se gli organi politici saranno riabilitati nelle loro funzioni o, in caso contrario, si andrà a nuove elezioni. Stare dalla parte dello Stato e delle istituzioni significa, infatti, anche rispettare i tempi della giustizia, sia essa penale, civile o amministrativo».