La partita delle Regionali si combatte ormai su tutti i terreni, anche quello dei sondaggi commissionati dai partiti per mostrare agli elettori uno scenario incoraggiante. Che non è sinonimo di alterazione dei campioni ottenuti rispetto ai questionari somministrati per raccogliere le intenzioni di voto, ci mancherebbe, ma di un certo modo di valutarli sì.

Legittimo, per carità. La realtà appare però assai diversa a chi è in grado di “annusare” l’aria che tira. Lo sanno in primis i diretti interessati. Che in questo caso sono i leader di un centrosinistra in cui serpeggia il terrore di subire un’emorragia di consensi dovuta al combinato disposto della sensazione di incolmabile divario dallo schieramento opposto, guidato da Roberto Occhiuto, e dalla mancanza di appeal di una coalizione dilaniata dalle spaccature interne. Situazione in cui versa un Pd diviso fra correnti in lotta, che ha reso l’affaire candidature in una guerra per bande.

Risultato? Disastroso, dal momento che i simpatizzanti meno fidelizzati, diciamo così, starebbero pensando di appoggiare l’altra parte o di non recarsi affatto ai seggi a inizio ottobre. È insomma un po’ la nota faccenda del “voto utile” che in passato ha segnato l’andamento di tante competizioni nelle urne. È la ragione per cui, si sarebbero addirittura mossi i vertici nazionali Democrat per far appunto circolare dati secondo cui l’aspirante governatore Amalia Bruni starebbe tallonando il suo competitor di Forza Italia.

Una strategia comprensibile, anzi necessaria, lo ribadiamo. Ma che sa di vecchia politica, considerato come gli stessi dirigenti locali Dem sono stati impegnati in estenuanti trattative (eufemismo, perché in alcuni casi si è trattato di vere e proprie guerre fratricide!) per accaparrarsi - per loro stessi o i propri protetti - i posti in lista utili a centrare l’obiettivo in caso di arrivo in prima posizione o, al massimo, in seconda.

Non si capirebbe, del resto, il motivo di alcune esclusioni eccellenti. In verità addebitabili proprio all’imperativo categorico di evitare pericolose concorrenze in… casa, di solito assai meno temute quando c’è odore di successo. Una storia che si ripete, dunque. È la riprova è in quanto successo un anno e mezzo fa, alle Regionali 2020, quando a un paio di settimane circa dalle elezioni circolava un sondaggio secondo cui fra la povera Jole Santelli (poi vincitrice in carrozza, secondo la pressoché totalità delle previsioni della vigilia peraltro) e il contendente Pippo Callipo ci fosse solo una manciata di punti percentuali di distacco.