Prima uscita ufficiale per il commissario regionale del Carroccio dopo le prime nomine provinciali e cittadine. Botta e risposta con la senatrice Tilde Minasi che aveva chiesto un candidato del Carroccio per la città dello Stretto. La replica: «Finora sonore sconfitte per atti di presunzione»
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«L'impegno deve essere sul territorio, moltiplicare le energie, non solo votare ma chiedere il voto quando andremo a presentarci alle elezioni, perché solo così potremo crescere, solo così potremmo portare le istanze nei luoghi, chiamiamoli così, di potere e di gestione del potere, per realizzare quello che i nostri territori piccoli o grandi che siano meritano». Quando il commissario della Lega Calabria, Filippo Mancuso, conclude il suo intervento, la sala scelta a Reggio per ospitare il primo incontro della nuova Lega Calabria, spontaneamente applaude, anche se sul viso dei relatori, seduti acconto a lui – la senatrice Tilde Minasi, l’assessore regionale Caterina Capponi, il capogruppo in Consiglio regionale Pino Gelardi, e i due neo commissari provinciale e cittadino, rispettivamente Peppe Mattiani e Armando Neri - si intravedono smorfie, quasi di insofferenza.
Mancuso d’altra parte ha appena finito di bacchettare, nel vero senso della parola, i suoi compagni di viaggio, facendo capire che le parole d’ordine del suo mandato saranno, trasparenza, condivisione e comunicazione. Soprattutto in un momento in cui l’azione di rinnovamento non è ancora conclusa, visto che si dovranno far partire i vari dipartimenti che significa nuove nomine.
Il presidente del Consiglio regionale non usa mezzi termini, andando dritto al sodo e cogliendo di sorpresa i suoi, quando ha descritto con dovizia di particolari il cosiddetto “segreto di pulcinella” della Lega. «La Lega deve essere percepita, e vogliamo che sia percepita diversamente da come è stata percepita fino a ora. Però, noi ce l'abbiamo messa tutta per non essere percepiti nel modo giusto. Il nostro gruppo è stato sempre caratterizzato da un'altra litigiosità, diciamo la verità, e noi, anche se sono state tante le cose che il nostro partito nazionale ha dato alla Calabria, non siamo stati in grado di trasmetterlo al territorio e ai cittadini».
Un punto su cui, ad onor del vero, si ritrovano in tanti, militanti e non. Ma Mancuso, se possibile, ci mette il carico: «Non abbiamo saputo comunicare perché siamo stati invidiosi di noi stessi, tra di noi, e quindi questo non va. Non ci hanno percepito positivamente non solo le opposizioni alla Regione, o nei comuni, ma anche dai nostri alleati non siamo stati mai percepiti in grado di poter dare quel contributo importante che invece siamo in grado di dare».
Una «confusione», la chiama il neo commissario regionale, che c’è tuttora e che vorrà del tempo per essere superata. «Ci vorranno dei periodi di assestamento, dei periodi in cui ci dovremmo spiegare, dovremmo dialogare» ripete Mancuso che il primo esempio lo fa dicendo sostanzialmente che l’assessore Caterina Capponi ha confuso il senso del titolo dell’incontro – “Per programmare il futuro” – la cui intenzione era «programmare il futuro del nostro partito, a Reggio Calabria, in questo giorno. Programmare cosa vogliamo fare, programmare chi si vorrà assumere degli impegni di gestione, chi si vorrà assumere l’impegno di guidare il partito in un piccolo centro e chi vorrà guidare il partito alle prossime elezioni nei comuni in cui si va al voto. Era questo il senso. Questo, per dire che è parlando, portando i problemi sul tavolo e affrontandoli insieme che si possono risolvere i problemi».
Minasi: «In questi anni siamo andati come cani sciolti»
Ma poi, a proposito di elezioni, l’incidente diplomatico si è sfiorato nel botta e risposta con Tilde Minasi, quasi incredula nel sentire le parole proferite da Mancuso. Andando con ordine, la senatrice nel suo intervento aveva sostanzialmente ripetuto il concetto delle divisioni interne che non hanno permesso alla Lega di crescere. «In questi anni, per colpa di tutti, nessuno escluso, credo che siamo andati un po' come cani sciolti, senza una guida, e questo ha portato a non avere e a non dimostrare la nostra forza all'esterno. Questo è stato anche il frutto di non avere avuto in questi anni una guida autorevole, di non aver avuto rispetto per i ruoli e per le regole che pur esistono all'interno di un partito».
La senatrice ci è andata giù duro. «È giusto che le cose ce le diciamo, dobbiamo finirla con le guerre interne, la guerra la dobbiamo fare all'opposizione, che fino ad oggi ha avuto di mira solo noi, sia a livello nazionale che locale, senza che noi siamo capaci poi di stare sul pezzo». Ma non basta, perché poi Minasi punta l’indice – o come ha detto lei, fa da «pungolo» - nei confronti degli “amici”: «dico anche ai nostri alleati, che ovviamente pensano di fare la parte del leone, anche per via di spazi vuoti che noi lasciamo e che non possiamo più lasciare perché noi abbiamo tutti gli strumenti per incidere sui territori, abbiamo una forza qualificata a livello regionale, abbiamo una forza a livello di governo, con tanti ministeri importanti, quindi non ci manca niente. Dobbiamo ritornare a quello che è il modus operandi della Lega che trae la sua linfa vitale tra la gente e la sua forza nel dialogo, per meglio incidere sui territori».
L’obiettivo della senatrice però rimane la città di Reggio. L’approccio è quello di mostrare i muscoli agli alleati. Ma il finale è tutt’altro che “lieto” almeno per lei. D’altra parte Tilde Minasi stava arringando i suoi ripetendo che oggi ci si trova difronte a scadenze importanti, e prima di tutto alla partenza dei cantieri del Ponte, invitando tutti a «difendere la magnificenza dell’opera» e vista l’altra scadenza importante, quale le comunali in riva allo Stretto, che sarebbe meglio farlo «con un sindaco nostro. E poiché Salvini, e io sto facendo le mie pressioni anche su di lui, ha dichiarato pubblicamente che ha un debito con questo territorio per via delle scorse elezioni, io credo e mi auguro che la scelta possa nuovamente restare alla Lega e portare quindi un sindaco nostro». Da qui gli auguri a Mancuso affinché «sotto la sua autorevole guida tutti noi possiamo ritrovare innanzitutto serenità, perché dobbiamo tutti avere l'unico obiettivo che è quello della crescita del partito, dell’attenzione ai territori e soprattutto del coinvolgimento di tutti i militanti».
Mancuso: «A Reggio non abbiamo alcun diritto sul candidato sindaco»
Serenità sconosciuta dalle parti del Carroccio, verrebbe da dire, visto che non ci ha messo molto Mancuso a rispondere “per le rime” alla senatrice reggina.
«Abbiamo l'intenzione effettivamente di organizzarci sul territorio, non abbiamo la presunzione di essere i primi. Cara Tilde è vero, tutti vorremmo esprimere il nostro sindaco. Quello della mia città vorrei che lo esprimessi io, quello di Reggio vorresti esprimerlo tu e il sindaco di Palmi magari Gelardi o Mattiani, ma perdonatemi non è così. A Reggio Calabria noi lo abbiamo espresso il sindaco».
Mancuso insomma fa autocritica, certifica sbagli pregressi - «abbiamo perso» dice -, spingendo il popolo leghista anche ad essere realista. «Prendiamo atto che le forze in campo a Reggio Calabria e nella provincia di Reggio Calabria non sono pari. Prendiamo atto che lo sono a livello nazionale con Forza Italia, è così. Se dobbiamo prenderci in giro ci prendiamo in giro, ma io penso che a Reggio Calabria non abbiamo alcun diritto di esprimere noi il sindaco».
Minasi accusa il colpo, e in un breve botta e risposta fa notare che gli azzurri hanno già in mano la regione. «Sì sì – replica Mancuso - ma lascia stare, non è così, ma non è così perché finora siamo andati incontro a sonore sconfitte per atti di presunzione, per atti dove noi vogliamo affermare la supremazia su chi non possiamo affermare».
Ma non basta. Mancuso è ancora più diretto, mentre i volti dei leghisti reggini subiscono trasformazioni e cambiano connotati.
«Per i capoluoghi di regione e di provincia è vero che vanno a Roma secondo un’equa spartizione. Ma certamente, io personalmente, non andrò a discutere su Reggio Calabria dove la supremazia di Forza Italia è di uno a tre o a quattro. Noi dobbiamo lavorare per crescere e concentrarci sui risultati elettorali futuri perché è inutile riempire le sale, poi ci presentiamo ad una elezione e prendiamo zero consiglieri comunali; tutto questo si deve trasformare in occupazione di poltrone nei Consigli Comunali. Altrimenti abbiamo parlato di filosofia».
Partono ancora applausi dalla sala. E non si può dire certo che Mancuso giochi in casa a Reggio. Forse, è partita anche la nuova stagione della Lega Calabria.