VIDEO | Il primo cittadino in tal modo cerca di attirare l'attenzione anche dei ministeri. Sarà disposto a rientrare nella carica effettiva quando riuscirà a risolvere il problema della pianta organica
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Seconde dimissioni, in 4 mesi, per il sindaco di Giffone, Antonio Albanese, e questa volta il paradosso è che i soldi ci sono ma mancano i dipendenti comunali che assicurano efficacia e tempestività. Soprattutto il segretario, visto che infruttuosa si è rivelata l’interlocuzione con l’Agenzia nazionale – anche attraverso dei viaggi che il primo cittadino ha fatto verso la sede di Roma – motivo che l’ha indotto all’ennesima provocazione. «Per senso di responsabilità avevo ritirato le dimissioni del giugno scorso – spiega – perché il Comune poté partecipare ad un bando per i borghi montani, ottenendo un finanziamento di 40.000 euro».
Una boccata d’ossigeno per un ente in predissesto, che però non è bastato. In questi giorni Albanese ha ripreso carta e penna, scrivendo anche ai ministri e alla Corte dei conti, per chiedere una squadra di collaboratori e informandoli della sua nuova decisione di dimettersi. «Dopo 3 anni che non abbiamo un segretario effettivo e a tempo pieno – dichiara Albanese – pensavo fosse arrivato il nostro turno. Invece, abbiamo ancora un segretario che nominiamo ogni mese e che, sebbene faccia un lavoro egregio per il quale lo ringraziamo, svolge la sua mansione in altri comuni e quindi non sempre è presente».
Il sindaco ne fa una questione di principio e, dopo avere ottenuto un incontro con il prefetto del capoluogo di regione, spiega che «ogni giorno dobbiamo fronteggiare dei pignoramenti, come pure abbiamo una mole di progettazione che supera i 5milioni di euro». il Comune si trova a fronteggiare questo nuovo momento delicato con 11 dipendenti e 6 tirocinanti, con egli apicali che vengono da altri enti e quindi non hanno un tempo pieno.