VIDEO | Nell'assemblea dell'associzione intercomunale di Città degli Ulivi criticata l'azienda per i mancato concorsi e l'incapacità di spendere le risorse a suo tempo destinate anche all'ospedale di Polistena
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Prosegue con una assemblea dei sindaci, la mobilitazione contro la chiusura del pronto soccorso di Gioia Tauro. I primi cittadini dell’associazione intercomunale Città degli ulivi, 16 su 33, si sono riuniti nella sala consiliare a 24 ore dalla nuova convocazione del tavolo prefettizio che dovrebbe prendere atto di alcune novità che l’Asp vuole comunicare circa il reperimento dei medici. Il presidio dovrebbe riaprire giovedì, ma intanto i sindaci criticano le modalità di un dietrofront che non li ha coinvolti. «Il commissario farebbe bene a convocare l’assemblea dei sindaci dell’Asp quando ci sono decisioni così importanti da prendere», ha dichiarato Giuseppe Zampogna presidente dell’assemblea dell’organismo comprensoriale e consigliere metropolitano.
«Non c’è l’organizzazione sufficiente per fare i concorsi – ha attaccato il sindaco di Polistena Michele Tripodi – eppure questi concorsi in parte sono stati autorizzati dagli stessi commissari». Il tema del personale che manca è alla base anche dell’altro disservizio, quello della chiusura delle 5 guardie mediche. «Siamo da 10 anni senza servizio – ha lamentato Angelo D’Angeli, sindaco di Serrata – eppure c’è una sentenza del Tar che obbliga l’Asp a riaprire i presidi».
La mancata ottemperanza di questo obbligo sancito dal giudice, secondo quanto riferito da Alessandro Giovinazzo – sindaco di Rizziconi – dipenderebbe «dalla carenza di medici, ma secondo me i medici che vogliono lavorare ci sono, andrebbero solo stimolati meglio». Concorsi in forse, dunque, ma anche incentivi agli operatori sanitari che mancherebbero ma, intanto, i sindaci vogliono abbattere qualsiasi distinzione politica. «Ho apprezzato molto le parole dette dal presidente Occhiuto – ha detto il presidente del Comitato e sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino – ma mi auguro che questo discorso sul futuro del commissariamento, coinvolga i territori che non vogliono più chinare la testa».