La consigliera regionale sbotta: «Non si risana in questo modo la sanità in Calabria». E assicura: «Seguirò tutta la vicenda e darò tutto il mio contributo perché possa risolversi in maniera positiva e duratura»
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«Incredibile la vicenda del Pronto soccorso di Gioia Tauro, prima chiuso e poi riaperto. Come una pizzeria. Dobbiamo suscitare l'attenzione nazionale su una questione vitale per la Calabria». Lo afferma Amalia Bruni, proclamata consigliera in corte d'appello a Catanzaro, commentando, è scritto in una nota, «la notizia della chiusura del Pronto soccorso di Gioia Tauro e la clamorosa marcia indietro fatta dall'Asp dopo la protesta della gente che è scesa in piazza».
Il pronto soccorso di Gioia Tauro prima chiuso e poi riaperto
«Non è così - prosegue - che si risana la sanità calabrese. La chiusura del Pronto soccorso di Gioia Tauro per mancanza di personale sanitario e poi la sua riapertura dopo la mobilitazione generale è un danno enorme alla comunità e uno schiaffo ai diritti dei cittadini. La dimostrazione che la sanità versa in uno stato comatoso e la tutela della salute dei cittadini è sempre più precaria. Tutta la mia solidarietà al sindaco Aldo Alessio e alla cittadinanza per questa farsa messa in atto dall'Asp di Reggio Calabria disponendo prima la chiusura per mancanza di medici del Pronto soccorso per poi ritornare sui suoi passi e predisporre una soluzione tampone decretandone la riapertura. In una zona come quella della piana di Gioia Tauro sarebbe stato un dramma che si andava a aggiungere ai tanti disservizi e criticità da cui è afflitta la sanità reggina. Ora temo anche per l'ospedale di Locri che ha lo stesso problema tanto che il turno è assicurato da un solo medico».
Amalia Bruni: «Servono misure straordinarie»
Per la scienziata: «Così non si può andare avanti. L'ho detto e lo ripeto da tempo, in una situazione di gravissima emergenza occorrono misure straordinarie, un piano di assunzioni che possa diminuire il carico di lavoro e il congestionamento del servizio ospedaliero e dell'attività strategiche come appunto quelle di Pronto soccorso. Ma non basta neppure questo, va affrontata e risolta la questione della rete dei servizi territoriali, per non rendere inaccessibile e periferico anche il sacrosanto diritto all'assistenza sanitaria. In un Paese normale – aggiunge Bruni - non può accadere che un Pronto soccorso venga chiuso per mancanza di medici, non è concepibile. I problemi non si risolvono così, soprattutto quelli che riguardano l'assistenza sanitaria, scaricando i 'costi umani' tutti sui cittadini».
Bruni: «Protesta giusta»
«La protesta –aggiunge - è giustissima, abbiamo bisogno dell'attenzione di tutta l'Italia perché non siamo cittadini di serie B e pretendiamo gli stessi diritti di tutti. Ed è sacrosanto continuare la protesta perché l'episodio gravissimo del Pronto soccorso di Gioia Tauro, chiuso e riaperto in poco tempo, sia la dimostrazione a tutto il Paese delle condizioni in cui versa la nostra sanità e che senza l'aiuto della nazione saremo costretti a stare sempre peggio. Ecco perché una responsabile e forte rivendicazione della collettività di queste zone non può fare che bene, quando si lotta per i diritti essenziali bisogna che tutti diano una mano, non solo calabresi ma tutti gli italiani».
«Personalmente - conclude Amalia Bruni - seguirò con attenzione tutta la vicenda e darò tutto il mio contributo perché possa risolversi in maniera positiva e duratura e per questo auspico che questa manifestazione non sia fine a se stessa, spero che ne seguiranno altre organizzate dalla collettività calabrese che deve poter manifestare pacificamente quando si tratta di far valere diritti essenziali. Ci dovranno ascoltare, non possiamo essere abbandonati».