VIDEO | I consiglieri Giusi Iemma e Fabio Celia non hanno presenziato all’insediamento ufficiale della nuova Assemblea. Circostanza che alimenta retroscena polemici sulla formazione in atto della giunta (ASCOLTA L'AUDIO)
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Proclamazione del civico consesso, stamani in Comune, dopo quella del sindaco Nicola Fiorita di una decina di giorni fa. Atrio di Palazzo De Nobili (alla luce dell'ormai annosa indisponibilità dell'Aula Rossa) affollato di neoconsiglieri, come ovvio, ma non dei due membri eletti del Partito Democratico. Sì, perché Giusi Iemma e Fabio Celia hanno disertato. Si vocifera in polemica, al di là di altre versioni dei fatti eventualmente fornite che però non possono sopire le fibrillazione in atto, con le scelte fioritiane per la Giunta.
Atti che avrebbero addirittura risentito di veti di natura personale proprio in casa Pd in ordine all'assegnazione di talune deleghe. In particolare, quella di vicesindaco. Ma non solo. Decisione che farebbe il paio, ad esempio, con l'esclusione dalla Giunta di Movimento Cinque Stelle e Psi a vantaggio dei componenti di una cerchia di fedelissimi, anche a prescindere dalla loro estrazione politica in rapporto ai cosiddetti partiti tradizionali.
Il Pd locale, insomma, non accetta diktat. Né dal neosindaco né, tantomeno, da alcun altro personaggio a lui vicino o espressione dall'area cambiaventista. Che però, dal canto suo, pare procedere sicura e compatta, dialogando non soltanto con il folto gruppo attestato sulle posizioni di Antonello Talerico ma anche con l'ala mancusiana. Fa ancora discutere, infatti, la vicenda della nomina dell'assessore ai Lavori apubblici sebbene la smentite di Filippo Mancuso rispetto a un suo gradimento o perfino segnalazione dello stesso professionista delegato di cui si deve prendere doverosamente atto.
Presa di posizione che però, anche questo va considerato, non chiarisce una serie di interrogativi e dubbi. Nodi pronti a venire al pettine con l'ormai sempre più prossima elezione del presidente del Consiglio. Che potrebbero tuttavia essere Gianmichele Bosco o la comunque gettonata Daniela Palaia (così come vuole il primo cittadino), soprattutto se il vicesindaco alla fine non fosse una donna, unicamente con i voti di Rinascita o di quanto (poco peraltro) ne resta.
Riguardo alla pur importante formalità espletata intorno alle 9.30 odierne, non c'è molto da segnalare a eccezione dei tanti volti emozionati dei neofiti accanto ai visi meno tirati dei veterani. Tutti consci, comunque, del grande lavoro da cui saranno attesi in una consiliatura che nasce frenata dalla paura, e quindi dal giochino in assemblea e fuori, delle "minacce incrociate" di andare a casa. Un equilibrio del terrore, di perdere ilautoi compensi connessi al ruolo, per così dire che marchia come un'impronta indelebile l'avventura targata Fiorita.