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CATANZARO - Se il centrosinistra discute e le correnti animano ripetuti regolamenti di conti interni, certo dall'altra parte della barricata non regna la quiete assoluta. E' una stasi apparente, in attesa delle prime mosse quella che spinge il centrodestra alle prossime elezioni regionali. E le divisioni non mancano. Soprattutto in Forza Italia. Raffaele Fitto vuole sperimentare le primarie proprio dalla punta dello stivale. L'eventuale riuscita sarebbe un primo schiaffo alla leadership del cavaliere condannato. Posizione non condivisa dalla coordinatrice jole Santelli. Ed anche i probabili candidati attendono che magari sia il cavaliere a decidere. Difficile, pertanto che dalla Calabria parta la rivoluzione. Difficile fare la rivolta senza robespierre capaci di misurarsi con l'elettorato. La via delle primarie, invece, è stata da tempo annunciata da Fratelli d'Italia. E Giorgia Meloni continua imperterrita a sponsorizzarle. Ma è piuttosto alle secondarie che il centrodestra deve pensare. Perchè la regola dell'alternanza dice che questa volta potrebbero essere gli altri a spuntarla. Raccogliere i cocci della coalizione per avviare il dopo scopelliti è un'urgenza non più rinviabile. E gli indecisi, invece, sono ancora tanti. A cominciare l'Udc che vive la sua eterna incertezza. Tra destra e sinistra. Tra un forno e l'altro, ma sulle primarie ha le idee chiare. Non le vuole. Il tentativo di Jole Santelli di riunire i rappresentanti della vecchia coalizione è andato a vuoto l'altra sera. Segno che l'unità rimane, e la prospettiva del laboratorio calabria di scopellitiana memoria, rimane, almeno per ora, un miraggio.