Due programmi diversi quest’anno per ricordare il 50esimo anniversario di una strage che ha sempre diviso destra e sinistra, la rapina finita nel sangue all’interno della Banca Popolare di Polistena. Il circolo di Fratelli d’Italia e il gruppo consiliare Uniti per Polistena, da un lato, e il neonato Comitato civico spontaneo dall’altro, hanno voluto ricordare l’eccidio in cui persero la vita in 4, fra dirigenti e dipendenti dell’istituto bancario, che erano anche esponenti dell’allora Msi. Quest’ultimo sodalizio, dopo una messa officiata dal vescovo Milito, ha apposto una lapide nell’ambito di un cerimoniale che ha ottenuto il patrocinio del Comune.

«Ben venga che ci siano altre manifestazioni – ha detto Piero De Pasquale nella manifestazione svoltasi a piazza della Repubblica – l’importante è che nessuno dica che la nostra iniziativa commemorativa, che ripetiamo ogni anno il 5 luglio, sia un tentativo di strumentalizzare». «Noi di destra – gli ha fatto eco la consigliera regionale leghista, Tilde Minasi – siamo diversi, non abbiamo bisogno di eventi come questo per fare carriera».

Polistena nuovamente tranciata in due, e Salvatore De Pasquale – dopo l’introduzione di Antonio Versavia, l’altro consigliere comunale eletto alle ultime elezioni – ha ricordato «la delusione di quando l’amministrazione decise di intitolare una strada alla data della strage: noi vogliamo che siano ricordati i nomi, non solo la data, visto che per colpa di una sinistra becera noi abbiamo vie intitolate a Hugo Chavez piuttosto che alla Rivoluzione russa».

De Paquale ha denunciato anche la dimenticanza della «comunità ecclesiastica che non ha mai voluto ricordare questi 4 martiri che non sono di una parte politica ma sono di tutta la città, anzi della Nazione visto che sono stati insigniti alla memoria con una medaglia d’oro al valor civile».