«Protestiamo due volte. In quanto sindaci e in quanto sindaci del Mezzogiorno, lasciati ancora più soli». La Rete Recovery Sud partecipa alla manifestazione dell'Anci, oggi a Roma contro i «mille rischi e zero tutele» nell'attività dei sindaci, lanciando l'allarme sulla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e chiedendo all'Anci una presa di posizione più netta. In particolare la mobilitazione indetta dall’associazione nazionale dei comuni italiani sollecita la modifica di alcune norme che ad oggi rendono difficile lo svolgimento delle attività del primo cittadino. Una delegazione di sindaci guidata dal presidente dell'Anci Antonio Decaro e dal presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco è stata ricevuta dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi a Palazzo Chigi.

I fondi del Recovery fund

«Si sta profilando l'ennesima beffa - spiega in una nota Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti (Bari) e coordinatore della Rete - ai danni dei Comuni meridionali, già impoveriti da anni di politiche di ispirazione federalista che hanno svuotato le nostre piante organiche. Arriviamo così all'appuntamento del Recovery Fund senza progetti da presentare e senza personale che li possa redigere e attuare. Ancora una volta il Meridione è condannato».

Le richieste al Governo

Per questo Carlucci consegnerà al presidente dell'Anci, Antonio Decaro, a nome dei 500 sindaci, un elenco di richieste per evitare che i fondi del Pnrr, già quasi dimezzati rispetto ai criteri indicati dall'Unione europea, finiscano in prevalenza al centro-nord. Innanzitutto, i progetti, per «incrementare il fondo», poi una ricognizione «delle necessità dei Comuni del Sud» come già chiesto alle Anci regionali senza risposta, quindi assunzione di tecnici anche nei piccoli Comuni e, tra l'altro, un coordinamento delle Anci di tutto il Sud per monitorare i divari.

Fondi per il Sud

L'Anci, inoltre, «deve prendere posizione contro le ipotesi di autonomia differenziata e vigilare sull'allocazione delle risorse che, come ha spiegato l'economista Gianfranco Viesti, solo per 35 miliardi è chiaramente destinata al Sud, mentre i restanti 45 miliardi potrebbero prendere altre vie. Per evitare questo, si propongono graduatorie macroregionali e non nazionali, in modo che si abbia certezza che la quota di risorse destinata al Sud resti al Sud». Infine, si chiede al Governo un intervento urgente: la mortalità infantile è «tuttora più elevata al Sud rispetto al resto d'Italia, come rilevato dalla Società italiana di pediatria», conclude la nota.

LEGGI ANCHE: Pnrr, il senatore De Bonis: «Non c’è traccia dei tanto sbandierati 82 miliardi al Sud»
Anche Crotone nella Rete dei Comuni Recovery Sud: oltre 400 gli enti aderenti
La rete di Comuni Recovery Sud: «Evitiamo un flop, subito i soldi per i progetti»
Recovery plan, presentata petizione all’Ue: «Battaglia per destinare al Sud il 70% dei fondi»