La rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza fa perdere alla Calabria un miliardo di euro. La Cittadella adesso è di fronte a un duplice problema: non solo valutare quelli che sono gli investimenti realmente strategici, ma anche affiancare i Comuni per garantire che i progetti finanziati con altri fondi vengano realizzati in tempi accettabili (ASCOLTA L'AUDIO)
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L’estate sta per volgere al termine e sono tante le sfide che attendono l’amministrazione Occhiuto alla ripresa autunnale. Una delle più delicate è quella del Pnrr ovvero della rimodulazione del piano effettuata dal Governo che per la Calabria ha comportato tagli per un miliardo di euro. Alla pubblicazione dell’articolo a firma del nostro Francesco Rende sono seguite una ridda di dichiarazioni, equamente divise fra catastrofisti e ottimisti. Ma la questione meriterebbe un surplus di discussione. Gli iscritti al secondo club dicono che i tagli verranno ricompensati con altre fonti di finanziamento e che la rimodulazione era necessaria perché molti dei progetti non sarebbero stati realizzati in tempo. Ma tutto questo apre per la Regione Calabria un duplice problema.
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Il primo è stabilire quali investimenti “salvare” e quali no attraverso il Fsc o i fondi Por. Si tratterà quindi di entrare nel merito dei progetti previsti dai Comuni e valutare quelli che sono realmente strategici per lo sviluppo del territorio.
Una volta effettuato questo passaggio resta il problema dei tempi. Il Pnrr incanala gli investimenti in rigorosi paletti per quanto riguarda velocità e modalità di realizzazione dell’intervento. Tempi che soprattutto per la Calabria sarebbero decisivi perché il gap che ancora ci separa dalle altre regioni del Paese va ridotto il più velocemente possibile. Il Fsc, invece, non ha tempi di realizzazione vincolanti: i Comuni ottengono il rimborso quando e se si spende.
E siccome siamo in Calabria quel “se” non è poi così banale: i tempi potrebbero essere biblici così come si potrebbe realizzare l’eventualità che gli interventi non vengano nemmeno mai realizzati. Di esempi se ne potrebbero fare a iosa. Basti pensare ai tre nuovi grandi ospedali, finanziati da oltre vent’anni e il cui completamento è ancora lungi dal realizzarsi. O progetti come la metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical, finanziata col vecchio Por e poi definitivamente scomparsa dai radar.
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Insomma su come salvare i fondi stralciati dal Pnrr è tempo di aprire una discussione approfondita, fuori dagli schieramenti politici, che coinvolga anche i sindaci che meritano un supporto maggiore e un dialogo più costante da parte della Regione.