Il segretario della Federazione di Cosenza, Vittorio Pecoraro, parla di un partito vivace, in cui il dibattito è vivo. Ma i problemi di fondo rimangono. E resta da capire se il confronto interno servirà a cambiare o a riproporre la stessa classe dirigente
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Riceviamo e pubblichiamo la replica del segretario della Federazione del Pd di Cosenza Vittorio Pecoraro al nostro servizio sui congressi decisi per il partito.
Carissimo direttore,
Le scrivo per esercitare il diritto di replica rispetto all’articolo pubblicato.
Conosco e rispetto la passione e la professionalità di Massimo, giornalista brillante e giustamente severo con la politica. Tuttavia, quando si innamora di una tesi tende a portarla avanti con ostinazione, anche a costo di ignorare fatti che la contraddicono. Ho conosciuto Massimo la prima volta perché nel 2022, a poche settimane dalla mia elezione, scriveva che in una sede di circolo del Pd non di nostra proprietà vi era stato un guasto all’impianto elettrico. Da qui, in piena campagna elettorale per le politiche, ne scaturiva la tesi del declino del centrosinistra cosentino. Ora, in perfetta continuità, ha sposato l'idea che il congresso anticipato sia una "bocciatura" dell'attuale gruppo dirigente, e temo che sosterrà questa tesi per i prossimi dieci anni.
Ci sono però alcune cose che Massimo non dice.
Quando abbiamo assunto la guida del partito, ci siamo trovati di fronte a una realtà con un'età media di oltre 70 anni. Con noi, le federazioni sono state inondate di ragazzi. Le persone della mia segreteria provinciale quasi integralmente non erano nemmeno nate quando alcuni dirigenti del centrosinistra cosentino, che Massimo conosce bene, ricoprivano già ruoli istituzionali. Nel Partito Democratico qualsiasi ragazzo con impegno può avere ruoli di responsabilità: non contano interessi esterni e ruoli istituzionali. Nel centrodestra, ad esempio, non è così.
Siamo l'unico partito che celebra congressi veri, anche con momenti di confronto acceso, per eleggere democraticamente i propri dirigenti.
Siamo l'unico partito con un dibattito interno trasparente e leggibile, segno di una vivacità culturale autentica.
Siamo l'unico partito con una presenza fisica e strutturata sul territorio: da Cosenza città a Corigliano-Rossano, passando per Castrovillari, le nostre sedi sono aperte e accessibili.
Siamo l'unico partito che organizza le Feste nelle piazze in tutta la regione, mantenendo viva una tradizione di partecipazione e confronto.
Il taglio dei parlamentari e l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti hanno imposto un cambio di passo, costringendoci a riorganizzarci in uno scenario radicalmente diverso da quello dei primi anni Duemila.
Quanto alla scelta del congresso, le opzioni erano tre:
Non farlo, rischiando di arrivare scaduti alle regionali e di sentirci dire che non eravamo rappresentativi;
Farlo prima delle regionali, esponendoci a un dibattito interno acceso a pochi mesi dal voto che ci avrebbe indebolito;
Oppure farlo ora insieme ad altre 4 regioni e 40 federazioni provinciali, con la consapevolezza che il confronto sia l'unica via per rafforzare il partito.
È agli atti che abbiamo chiesto di farlo ora e chi dice il contrario parla di cose che non conosce e non ha capito molto.
Sapevamo che qualsiasi scelta avrebbe generato critiche, ma preferiamo essere criticati per aver scelto la via del confronto e della partecipazione, piuttosto che per aver rinunciato al dibattito. Se il problema di Massimo è l'attuale gruppo dirigente, il congresso è l'occasione perfetta per metterci alla prova e affrontare ogni questione aperta. Non esistono scorciatoie.
Il mio lavoro è stato sicuramente in salita e non esente da errori, ed è giusto che venga criticato e valutato. La cosa inaccettabile è che però le critiche arrivino da esterni al PD, come qualche ex consigliere regionale e segretario provinciale che su altra testata ci ha attaccato, omettendo di dire che lavora per un consigliere di altro gruppo politico in Consiglio regionale.
Mi sento anche di difendere i nostri consiglieri regionali. Sono stati eletti e votati da decine di migliaia di cittadini e stanno svolgendo un lavoro di opposizione importante, sempre disponibili. Attaccare l'opposizione, peraltro, non mi sembra una scelta di grande coraggio. Così si fa solo il gioco del padrone in Regione.
In conclusione, mi sembra che la vera tesi di Massimo sia quella di raccontare una decadenza eterna del PD calabrese, per suggerire un paragone con un'epoca d'oro che forse non è mai esistita. La storia insegna che le "epoche d'oro" sono spesso il frutto di nostalgie idealizzate.
Oggi, per la prima volta nella storia del PD Calabria, arriviamo a un congresso senza alcuna federazione commissariata, segno di un lavoro capito e di una segreteria regionale rispettata anche a Roma. Nelle precedenti epoche d’oro mi sembrava non fosse proprio così. E ringrazio Nicola Irto per il suo lavoro di questi anni, di grande rispetto e sostegno alle federazioni.
Segnalo anche che la segretaria nazionale Elly Schlein è presente in Calabria praticamente ogni due mesi, da Cutro a Mormanno, mostrando un sostegno continuo e tangibile.
Questa è la realtà che Massimo non racconta. Perché esiste un PD calabrese oltre i luoghi comuni e oltre le narrazioni che si ripetono da troppo tempo.
Caro Massimo, leggerti è sempre un piacere, ma se dici le stesse cose per vent'anni, rischi di annoiare il tuo pubblico.
Cordiali saluti.
Caro Vittorio,
non ricordo di essermi mai interessato delle questioni energetiche del PD (mentre forse il PD dovrebbe occuparsi con più forza delle questioni energetiche del Paese e della Calabria che regala energia alle grandi multinazionali). Nessuno ha negato del rinnovamento attuato in questa fase, ma le parole sono belle, al punto che ne ho fatto il mio mestiere. I numeri purtroppo sono ostinati e su quelli, mi pare siamo purtroppo tutti d'accordo. Infatti né tu nella tua replica, né i tuoi colleghi di partito che mi hanno contattato privatamente, hanno contestato dati e fatti che stanno alla base della mia ricostruzione.
I numeri, purtroppo, sono quelli e non ti danno ragione, soprattutto in provincia di Cosenza. Del resto non sono stato io a puntare il dito contro le federazioni provinciali, ma lo stesso segretario regionale Nicola Irto (vatti a rileggere il comunicato che ha inviato dopo il risultato delle Europee).
Per quanto riguarda il congresso, ti segnalo che forse c’era una quarta ipotesi ovvero quella del rinvio di un anno.
Per il resto hai ragione. Questo anticipo temo di non capirlo, non capisco se in questo momento sei sospeso, congelato o nell’esercizio delle tue funzioni, non capisco se fra sei mesi ci sarà un rinnovamento di tutta la classe dirigente o una sua semplice riproposizione (allora che senso ha fare il congresso?). Temo però di non essere il solo a non averlo capito.
Hai ancora una volta ragione, poi, quando mi definisci “nostalgico” perché ho tanta nostalgia dei partiti di un tempo che riuscivano a parlare alla gente e a interpretare le loro reali esigenze. Allora forse sarebbe il caso che il PD cambiasse realmente, di modo che io smetta di annoiare te e i miei venti lettori, per dirla con Manzoni, e voi i vostri elettori. Un abbraccio
Massimo Clausi