Per il momento il governatore rivestirà il ruolo di vice insieme a Schifani e Ronzulli. Se però alle Europee la Calabria mettesse a segno un buon risultato gli equilibri potrebbero cambiare
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Un dato sembra certo. Al prossimo congresso di Forza Italia che si svolgerà il 24 e 25 febbraio unico candidato alla segreteria sarà il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Da reggente, a segretario, senza scossoni. D’altronde l’appuntamento con le Europee è troppo importante per Forza Italia. Si tratta di testare che spazio avrà ancora nella società italiana il partito di Berlusconi senza il suo fondatore.
Ma se questa è la prospettiva di breve periodo, nel medio tutto può succedere. Lo scrivono i cronisti che hanno seguito il tributo al Cavaliere che gli Azzurri hanno organizzato a Paestum. Una celebrazione preceduta da una sorta di pax interna fra lo stesso Tajani e la pasionaria Licia Ronzulli che al tavolo di un ristorante avrebbero firmato la tregua. Così l’organigramma futuro del partito è bello che disegnato. Tajani sarà segretario e con lui a gestire il partito tre vicesegretari, la stessa Ronzulli, insieme ai governatori Renato Schifani e Roberto Occhiuto.
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Parliamo di breve periodo perché i rumors del partito dicono che il presidente della giunta regionale della Calabria ha ben altri obiettivi nel medio periodo ovvero quello di conquistare la segreteria nazionale del partito. Del resto Occhiuto ha un curriculum di tutto rispetto. È stato capogruppo degli Azzurri alla Camera e adesso è Governatore di uno degli ultimi granai elettorali rimasti a Forza Italia. Lui lo ribadisce appena può. Lo aveva già fatto a Gaeta, alla convention dei giovani forzisti, dove aveva rivendicato i numeri del partito in Calabria. «Due anni fa ho vinto portando - ha affermato Roberto Occhiuto - Forza Italia al 26% con la lista ufficiale di FI e con una lista chiamata Forza Azzurri, proprio per marchiare l’identificazione con il nostro partito». Non solo ma Occhiuto aveva parlato da leader indicando la traiettoria politica da seguire. «Noi dobbiamo avere la capacità di prendere i voti di chi non si riconosce in Fratelli d’Italia e nella Lega, e possiamo anche essere il veicolo per portare nel centrodestra coloro che avevano investito sul centrosinistra e che adesso non si riconoscono più nelle politiche di un Pd sempre più radicale». Alle parole Occhiuto ha fatto seguire, almeno in Calabria, anche i fatti con la nascita (per ora non formale) di un gruppo in consiglio regionale di Azione che si è immediatamente collocato nell’alveo del centrodestra. Quello è lo schema che ha in mente anche a livello nazionale con un’alleanza verso il centro per dare a Forza Italia la funzione che aveva l’Udc ai tempi di Berlusconi: il controcanto moderato dentro una compagnia di estremisti o sovranisti se preferite.
Anche a Paestum ha fatto un discorso simile sostenendo che «Forza Italia debba tornare a essere il partito liberale, a sostegno del mercato. Non possiamo difendere le corporazioni ma dobbiamo aprirci al mercato». Dichiarazione curiosa vista dalla Calabria, dove Occhiuto sta lentamente trasformando la Regione in una sorta di Iri 2.0 che ha acquistato Sacal, Sorical, Terme Luigiane e altro. Al netto di questo, le parole di Occhiuto secondo alcuni nascondono l’ambizione di tentare la scalata al partito. D'altronde Occhiuto ha molti punti in comune con il Cav. Hanno in comune la radice cattolico-moderata, sono stati entrambi editori televisivi. Il partito stesso ha subito una mutazione antropologica: non è più il partito della classe media e dei piccoli imprenditori settentrionali ma è sempre più un partito del Sud. Così Occhiuto può contare, oltre che sul suo radicamento nel territorio, anche su alleanze importanti a queste latitudini oltre al rapporto con la sua compagna, Matilde Siracusano che è sempre un Sottosegretario di Governo. Certo resta lo scoglio delle Europee e il feticcio della soglia di sbarramento del 4% (a cui qualcuno aggiunge quella psicologica del 5). La Calabria deve fare la sua parte e dimostrare di avere i voti. Complicato trasferire i consensi dai big locali ad altri calati da Roma. Occhiuto ha smentito di volersi candidare e quindi il cerchio si stringe sull’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, che di suo ha in dote 21mila voti. I rumors parlano di un discreto pressing sull’assessore che per il momento sta respingendo gli “assalti”. Ma fino alle elezioni c’è ancora molto tempo e tante carte potrebbero rimescolarsi. Un successo elettorale alle Europee darebbe altro fiato alle ambizioni di Occhiuto. Ambizioni, come dicevamo, rinviate al prossimo congresso e quando si deciderà di trasformare Forza Italia nel partito personale che fu in un vero partito, strutturato sul territorio con tesseramento e congressi locali e regionali.