La posizione strategica del Mezzogiorno nel Mediterraneo e radici culturali profonde sono una leva da utilizzare al meglio in una congiuntura internazionale favorevole
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Il governatore Occhiuto e la premier Meloni
La premier Meloni e il presidente Occhiuto devono proporre agli Americani una sorta di Piano Marshall per il Sud Italia. L’Unione europea, concentrata sugli interessi primari di Germania e Francia, non ha compreso quanto il Sud Italia, assieme ad altri presìdi del Mediterraneo, tra Spagna e Grecia, fossero centrali e decisivi per costruire un continente forte non solo sul piano economico ma anche della politica estera.
Il Mediterraneo è il collante di tre aree strategiche del Pianeta: Nordafrica, Asia occidentale, Europa del Sud. La Ue, invece, ha optato per l’irrobustimento dei disegni puramente nazionalistici dei Francesi e dei Tedeschi. Fanno sorridere, se la realtà non fosse drammatica, gli appelli del leader della Cdu, Merz, che invita gli imprenditori della Germania a stare attenti agli investimenti in Cina! Avrebbe dovuto essere il Sud Italia la grande opzione strutturale di un’Europa che fosse stata davvero convinta di voler giocare una partita globale. Eccolo, invece, il risultato mortificante di visioni miopi e burocratiche che hanno contrastato il genio italiano e greco, e quindi le culle del pensiero occidentale, costringendoci a fare patetici conti ragionieristici.
La terra di Pitagora (e non sto facendo retorica, ma mi appello alla forza rivoluzionaria del pensiero) avrebbe avuto, ed ha, tutte le carte in regola per ragionare del presente e del futuro come stanno facendo Elon Musk e tutti gli altri tecno-imprenditori che stanno accompagnando Donald Trump nella revisione degli assetti economico-sociali universali. Tedeschi e Francesi ci hanno imposto il rigore di bilancio, ci hanno messi nell’angolo con l’idea di far prevalere l’industria tedesca e l’espansionismo francese. Questo modello di Ue oggi non siede neanche al tavolo delle trattative Usa-Russia per la fine della guerra in Ucraina. Come dire: ci gridano in faccia che non contiamo nulla!
L’Europa strabica e priva di energia vitale ha dimenticato il milione di morti civili di Leningrado che sono stati determinanti per restituire anche all’Italia la libertà (assedio terminato nel marzo 1944), commettendo l’errore più assurdo di politica estera dai tempi dell’Impero Romano: isolare la Russia e abbandonarla all’abbraccio con la Cina. Meno male che ora c’è Donald Trump impegnato a tentare di recuperare la dimensione occidentale di Mosca. Un’Europa irriconoscente anche nei confronti dell’alleato Usa grazie al quale l’Italia, così come altri Paesi rimasti ancorati all’Occidente, non morì letteralmente di fame per decenni come accadde agli Albanesi soggiogati dalla cieca dittatura di Hoxha o ai Rumeni soffocati dal regime di Ceaușescu.
Ritorniamo al concetto iniziale. Ho avuto modo, nel corso di un brevissimo casuale incontro, di dire al presidente Roberto Occhiuto di rendersi protagonista di un dialogo nuovo e importante con gli Usa di Donald Trump. Quanto si sta immaginando per Gaza (e non voglio ora entrare nel merito della crisi israelo-palestinese), nel Sud Italia e soprattutto in Calabria è pronto su un piatto di platino. Abbiamo tutto: clima, aria pulita, bellezze naturalistiche, cibo straordinario, cultura, archeologia, arte, spazi, e grande fame di posti di lavoro e di sviluppo. La sintonia politica tra il presidente Occhiuto e la premier Meloni potrebbe rivelarsi di portata strategica proponendo a grandi gruppi americani di investire in Calabria e nel Mezzogiorno. Interventi possenti anche sul fronte dell’evoluzione scientifico-tecnologica perché il genio dei meridionali, che poggia su basi solidissime, ha nel proprio “dna” la capacità di guardare ai cambiamenti epocali (cito Pitagora, Gioacchino da Fiore, Telesio e Campanella tra tanti).
In tale prospettiva il confronto politico calabrese deve alzarsi di tono e di spessore. Un’occasione tanto inedita quanto decisiva (mi riferisco alla favorevole congiuntura internazionale) potrebbe essere utilizzata per affrontare in via definitiva una Questione Meridionale che si trascina, irrisolta, da quasi due secoli. Siamo il cuore pulsante del Mediterraneo e dobbiamo far valere questo ruolo, sconfiggendo anche certi rigurgiti nordisti che fanno letteralmente pena per il livello di ignoranza che li genera. Basta con le polemiche sulle miserie quotidiane, come nel caso della sanità che troppi richiamano strumentalmente dimenticando che è stato questo il settore in cui per decenni le politiche clientelari e il malaffare hanno depredato e devastato tutto (chi è senza peccato scagli la prima pietra!). Alzare lo sguardo e immaginare scenari ariosi, internazionali, nuovi, coraggiosi, direi gioachimiti e campanelliani.
Il presidente Occhiuto, d’intesa con la premier Meloni, apra un fronte di dialogo costruttivo con gli Americani proponendo investimenti fondamentali nel Sud Italia e in Calabria (tecnologia, turismo, cibo, cultura…). Occorre un salto di qualità poderoso, in grado di sconfiggere probabili scenari di desertificazione economico-sociale. Alla modesta Von Der Leyen un suggerimento: rilegga le vicende di Federico II di Svevia, imperatore tedesco che capì, forse più di tutti, la grandiosità del Sud Italia!