Il sindaco della città bruzia non le manda a dire al governatore della Calabria: «Il Consiglio comunale ha dato un indirizzo preciso per la localizzazione. Roberto Occhiuto, invece, sebbene avesse garantito il rispetto di questa delibera, si è rimangiato la parola»
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Nuovo attacco da parte del sindaco di Cosenza Franz Caruso al governatore della Calabria Roberto Occhiuto. Il livello, anche nelle terminologie utilizzate, si alza ulteriormente dopo che il primo cittadino bruzio ha definito «dittatoriale» il modo di agire del governo regionale.
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L’affondo si è registrato nel pomeriggio nel corso di un convegno sulla Sanità organizzato dal Partito Democratico di Cosenza a cui ha partecipato anche il senatore Antonio Misiani, membro della segreteria Schlein che ha risposto positivamente all’invito di Vittorio Pecoraro. Tra gli altri interventi anche quelli di Nicola Irto (da remoto) e di Maria Pia Funaro.
Caruso, di nuovo in sintonia con Carlo Guccione dopo l’intervista rilasciata al nostro network dall’esponente democrat in cui evidenziava la leggerezza nell’aver affrontato il decreto regionale sul nuovo ospedale bruzio, non ha lesinato bordate.
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«Siamo l’unica provincia che porta avanti una battaglia del genere - ha detto -. Il Consiglio comunale ha dato un indirizzo preciso per la localizzazione: l’area di Vaglio Lise. Roberto Occhiuto, invece, sebbene avesse garantito il rispetto di questa delibera, si è rimangiato la parola. È un bugiardo, pertanto».
Gli applausi di militanti e simpatizzanti del Pd in platea non mancano e il sindaco rincara la dose. «Con un decreto dirigenziale ha autorizzato un nuovo studio di fattibilità per mettere in comparazione anche il sito Arcavacata a Rende ed un altro che non è nemmeno indicato. Il governo regionale è antiliberale - ha quindi tuonato - ed annulla il dissenso. Questo Governo ha mostrato di essere dittatoriale sull’Autonomia differenziata, sull’Arrical, sulla fusione dei comuni. Idem sulla Sanità, dove spero che il centrosinistra regionale si compatti, supportato dal Pd nazionale, sul dicendo basta al commissariamento. È il momento che lo Stato si accolli il debito, così da dare alla Calabria la possibilità di ripartire in termini di efficienza nel settore che più sta a cuore al cittadino».