La Calabria si è ormai trasformata in territorio minato per le truppe azzurre e la sensazione sempre più netta è che l’attuale gestione del partito affidata a Jole Santelli si giochi tutto alle prossime amministrative. A Cosenza, in particolare, la sfida che segnerà il futuro del partito dopo le rotture con Mancini e Morrone e la scelta di Mario Occhiuto, fresco di sfiducia, di correre senza il simbolo di Forza Italia.

Questo lo sfondo sul quale si consumano ormai micro-lacerazioni ad ogni livello, anche all’interno delle sedi istituzionali. In occasione dell’ultima seduta del Consiglio regionale, Ennio Morrone ha formalizzato l’addio al partito, ma annunciato anche la sua permanenza da indipendente nel gruppo consiliare. Con il chiaro intento di dare fastidio alla coordinatrice e di mantenere inalterati gli attuali equilibri del drappello che fa capo ad Alessandro Nicolò.


Neanche il tempo di metabolizzare la ferito che a Reggio Calabria, in seno al Consiglio comunale, se ne consuma un’altra proprio ai danni dei consiglieri più vicini al capogruppo di Fi in Consiglio regionale. Dopo l’uscita del presidente Marino, i consiglieri comunali hanno proceduto all’elezione di un nuovo capogruppo al Consiglio comunale, molto vicini alle posizioni di Antonio Caridi. A darne notizia sono gli stessi consiglieri comunali Antonio Pizzimenti, Antonio Matalone e Luigi Dattola che descrivono l’elezione di Maiolino come un golpe e chiedono l’intervento di Jole Santelli. “Apprendiamo con sconcerto la notizia del colpo di mano attuato dai consiglieri comunali D’Ascoli, Maiolino e Caracciolo in merito alla nomina arbitraria di un nuovo capogruppo al Consiglio comunale di Reggio Calabria, disattendendo le disposizioni della Coordinatrice regionale nonché Commissario provinciale, Jole Santelli. Era già stata programmata una riunione ad hoc con Alessandro Nicolò ed Antonio Caridi per il prossimo lunedì, proprio, per discutere, analizzare e risolvere insieme la spaccatura creatasi con l’ex Capogruppo Marino, il tutto animato dalla volontà di raggiungere una soluzione unitaria”,dichiarano ancora i tre Consiglieri. “Ci lascia, dunque, sbigottiti questa manovra stalinista di pura estrazione sovietica in netta contrapposizione con gli alti valori democratici e liberali che hanno sempre contraddistinto Forza Italia. Ci dissociamo, pertanto, in toto dalla nomina clandestina di Maiolino e auspichiamo in un tempestivo intervento capace di ripristinare l’equilibrio interno al partito, improntato sui principi di democrazia”.


La pacificazione azzurra, insomma, è assai lontana e la possibilità che la diaspora prosegua senza fine è sempre più elevata.


Riccardo Tripepi