«Quando la politica, anche se con i gradi di colonnello come nel caso del ministro per la Salute, diventa slogan del momento e si crogiola nei tagli dei nastri con chiari scopi elettoralistici, dimenticando che per realizzare la cardiochirurgia a Reggio Calabria l’impegno risale al 2009 - prima con il presidente Loiero e dopo con l’accelerata del presidente Scopelliti - rischia di degradare nella propaganda più becera e nell’annullamento della verità. E di fornire, così facendo, concime al populismo e all’antipolitica galoppante». E’ quanto sostiene il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Alessandro Nicolò.

 

«Si è trattato - prosegue - di un evento propagandistico e paradossale. Con l’effetto grottesco di un ministro della Repubblica che non solo strumentalizza l’inaugurazione della Cardiochirurgia in piena campagna elettorale per il referendum del 4 dicembre, ma addirittura, pur sapendo che il presidente Oliverio e il commissario Scura sono il diavolo e l’acqua santa, ringrazia il commissario per il lavoro svolto. Quale lavoro svolto, se è lecito, egregio ministro? La sanità in Calabria, al di là delle eccellenze che pure vi sono nonostante le disattenzioni del Governo Renzi, è subissata di inadempienze, criticità, inefficienze e sacrifici immani per i cittadini che avrebbero bisogno di prestazioni dignitose e invece vedono quotidianamente violato il diritto costituzionale alla salute. Questo è il disastro vero di cui il Governo non parla e di cui la Giunta regionale si disinteressa, presa com'è, quest’ultima, dalla ostinata quanto inutile richiesta al Governo di rimozione del commissario». 

 

A rincarare la dose il consigliere regionale della Casa delle libertà Giuseppe Mangialavori: «La sanità calabrese, per virtù di spirito referendario, smette di colpo d’essere l’opaco mondo in cui accadono le peggiori nefandezze e, per bocca della ministra Lorenzin che taglia il nastro della cardiochirurgia reggina ascrivendosene i meriti, assurge a luogo eccelso in cui tutto va bene madama la marchesa. E chi dice il contrario, o ricorda che in ogni territorio della Calabria gli ospedali non funzionano mentre pullulano i disservizi a danno della salute del cittadino - prosegue - magari si becca l’accusa di gufismo. Una rappresentazione così falsata e distorta delle condizioni vere in cui soggiace la sanità pubblica non s'era mai vista. Ma ciò che impressiona, al di là dell’utilizzo politico dell’evento che denota poca considerazione della libertà d’opinione dei cittadini, è l'accondiscendenza passiva e irriguardosa del diritto alla verità del presidente Oliverio. Il quale, anche dinanzi agli osanna della ministra indirizzati alla struttura commissariale che in Calabria ha palesemente acuito ogni disagio piuttosto che alleviarlo fin da quando s'è insediata, incredibilmente tace. E, pur di tenere il gioco propagandistico in atto per non scontentare il renzismo a caccia di consensi per il sì, sopporta che le bugie straccino lo stesso principio di realtà. I calabresi però hanno gli occhi aperti e le orecchie ben allertate. E la risposta, a queste messinscene a uso di telecamere, web e taccuini, la daranno nell’urna, quando il 4 dicembre diranno no, tondo e secco, a una riforma pasticciata della Costituzione e ad ogni tentativo di mistificazione della realtà».