La mestizia che ieri dominava il lato sinistro del quadrato, quello riservato al centrodestra, racconta molto dello stato di salute della maggioranza in Consiglio regionale. Il rinvio – che sa di ritiro definitivo – della legge “moltiplica-poltrone” conferma la leadership del presidente Occhiuto e certifica la vittoria politica di chi si è opposto, anche se non pubblicamente, alla norma sul consigliere supplente. Vince l’assessore Gallo, vince la capogruppo della Lega Loizzo. E vince anche il numero uno dell’assemblea, quel Mancuso che ha sempre visto la legge come fumo negli occhi, pur dovendo necessariamente mantenere un ruolo da super partes.

Gli sconfitti

Davanti ai vincitori stanno però gli sconfitti. Molto facile individuarli: i capigruppo che hanno firmato e difeso strenuamente la proposta (Arruzzolo, Graziano, Neri, Crinò e De Nisi), oltre ai consiglieri che si sono spesi pubblicamente per portare a casa il provvedimento. Insomma, larga parte degli esponenti della coalizione che ha vinto le Regionali 2021.

Le mosse di Occhiuto

Occhiuto, dopo giorni di dubbi sulla strada da prendere, ha infine deciso di giocare di sponda con Mancuso e di convocare la capigruppo nella quale è stato poi ufficializzato il rinvio del testo

Il governatore ha esternato la sua posizione («non era un argomento che mi appassionava molto») non senza tentare di salvare la faccia ai suoi consiglieri: «Ho chiesto ai firmatari di questa proposta – che ringrazio per la sensibilità dimostrata – di ritirarla dall’ordine del giorno, anche se è stata presentata in assoluta buona fede (…) si penserà a questa norma quando si farà la revisione dello Statuto regionale e si ragionerà su come rendere più funzionale l’attività complessiva del Consiglio regionale».

Lo strappo da cucire

Tutto a posto, dunque? Non proprio, perché la formula usata per rinviare sine die un provvedimento che buona parte della maggioranza considerava strategico non elimina quella mestizia che aleggiava nel lato sinistro dell’aula Fortugno. E Occhiuto con quella mestizia deve farci i conti, cercando di ricucire al più presto uno strappo che potrebbe anche allargarsi.

Per questo, spiegano fonti informate del centrodestra, anche il rimpasto di Giunta da tempo atteso potrebbe essere preceduto da una «riflessione più profonda» da parte del presidente. Non significa che Occhiuto stravolgerà il piano iniziale di sostituire semplicemente i due assessori eletti in Senato, Tilde Minasi (Lega) e Fausto Orsomarso (Fdi). Ma non è nemmeno detto che non possa concedere ai partiti alleati più di quanto preventivato in un primo tempo. Così come è possibile che gli sconfitti di oggi possano trovare – subito o nel prossimo futuro – altre forme di compensazione.

I capigruppo, a questo riguardo, proprio ieri avrebbero incassato la promessa di modificare lo Statuto nella parte in cui definisce la composizione della Giunta e di fissare il limite del 50% per gli assessori esterni. Una riforma che accrescerebbe il numero degli eletti nell’esecutivo.

 

Il governatore non può certo permettersi di ignorare i piccoli risentimenti che affiorano nella sua coalizione. Anche se per l’immediato futuro le intenzioni dovrebbero rimanere quelle iniziali. Niente rimpasto, dunque. «Ho ricevuto le proposte di Fdi e sto aspettando quelle della Lega», ha detto ieri a margine del Consiglio. Pochi dubbi sul partito della premier Meloni, che come successore di Orsomarso avrebbe già indicato il sindaco di Locri, Calabrese, la cui nomina era stata messa in discussione dalla legge sul consigliere supplente, la quale, una volta approvata, avrebbe finito per favorire l’attuale capogruppo Peppe Neri.

Salvini incerto

Nel Carroccio, invece, è ancora tutto da definire, anche se Occhiuto spera che le proposte di Salvini possano arrivare al più presto, «perché vorrei subito ricomporre la Giunta nella sua interezza». «Si tratta – secondo il presidente – di scegliere persone affidabili e che mi diano una mano. Non ho dubbi in ordine al fatto che i partiti sappiano offrire proposte di questo tipo, ma chiaramente le valuterò». Da vedere in che modo e in che tempi.
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