VIDEO | Il candidato sindaco, direttore generale del Comune di Genova durante ricostruzione record del ponte, chiede un voto per risanare e rilanciare la Città Metropolitana che attraversa un momento assai complicato della sua storia
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«Siamo affidabili e abbiamo sempre mantenuto la nostra parola. Risaneremo, proteggeremo e rilanceremo Reggio». Così il candidato sindaco al Comune Antonino Minicuci si è rivolto ai cittadini per chiedere un voto alla coalizione di centrodestra in vista delle elezioni del prossimo 20 e 21 settembre. Intervistato dal direttore di LaC Pasquale Motta, Minicuci si è raccontato a 360 gradi. Dalle sue esperienze amministrative in giro per l’Italia fino alla scelta di candidarsi alla carica di sindaco della Città Metropolitana che si trova ad attraversare uno dei suoi momenti più difficili.
Non sono mancate le obiezioni alla sua discesa in campo per qualcuno imposta dall’alto senza tenere conto delle aspirazioni del territorio.
«Ho sempre dimostrato amore sviscerato per la mia terra dovunque sono stato ho sempre aiutato i calabresi e i reggini in tutte le parti del territorio nazionale in cui sono stato». Ha detto Minicuci rispondendo a chi gli obietta una certa carenza di “regginità”.
Da direttore generale al Comune Genova l’impresa di ricostruire il ponte crollato in soli 10 mesi: «Un lavoro enorme che è consistito non solo nella ricostruzione, ma anche nella creazioni della viabilità alternativa soprattutto per il porto, nel trovare sistemazione alternative a chi aveva perso la casa e anche nel garantire loro il sostegno psicologico». Tanto che alla fine del suo incarico, il 30 marzo 2019, il Consiglio comunale in maniera bipartisan gli ha chiesto di rimanere un altro anno a titolo gratuito. «Ho accettato per la città che si trovava in quella situazione ma anche per i 50mila calabresi che sono presenti in questa città».
Minicuci ha poi raccontato del suo impegno da direttore generale della Provincia di Reggio che ha permesso di recuperare 52 milioni di euro «poi dissipati da Falcomatà» e del suo sforzo per ottenere le deleghe dalla Regione in favore della Città metropolitana anche con un’audizione alla Commissioni Affari Istituzionali di palazzo Campanella.
Per inquadrarsi politicamente fa riferimento alle parole usate da Matteo Salvini «Non ho tessera di partito, ma sono di centrodestra». Non nega le discussioni interne sul suo nome «normale dialettica democratica, ma adesso siamo uniti come dimostrato dalle 10 liste messe insieme in 15 giorni e dalle parole usate dalla governatrice Jole Santelli in occasione dell’apertura della campagna elettorale alla Luna Ribelle. Uno sforzo importante di cui va dato merito a Francesco Cannizzaro, a Denis Nesci e a chi ha lavorato alle civiche».
Un super tecnico, insomma, per provare a fare uscite il Comune dalla terribile crisi in cui si trova. Secondo Minicuci la situazione dei conti comunali è disastrosa con un buco ben superiore ai 400 milioni messi n consuntivo. «Non è vero che il governo stanzierà 200 milioni. Forse ne arriveranno a 80, importanti, ma non risolveranno il problema. Del resto anche in passato, quando il debito era più contenuto, sono arrivati 220 milioni dal governo e la situazione non si è risolta».
Altra emergenza da aggredire una volta eletto sindaco, quella legata ai rifiuti rivedendo il porta a porta soprattutto nella zona centrale della Città e poi creando aree di stoccaggio nella fase intermedia necessaria all’apertura di nuovi siti in cui conferire.