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“A pochi giorni dai tragici sbarchi sulle coste calabresi arriva la notizia di altri tre morti in mare e solo questa notte si è invece conclusa l’odissea di altri 74 uomini, fra questi uno in gravissime condizioni di salute - ha dichiarato la Ferrara - Cronaca quotidiana di tragedie che dimostra chiaramente come la priorità dell’ UE di smantellare la rete dei trafficanti di esseri umani abbia dato scarsissimi risultati".
"Nonostante si sia data grande enfasi alla sostituzione dell’ operazione italiana Mare Nostrum con l’ operazione europea “Triton”, l’Italia rimane una delle principali destinazioni dei flussi e su di essa gravano la maggior parte degli oneri di soccorso e di accoglienza - continua - Le leggi del mare impongono alle nostre navi di soccorrere chiunque si trovi in difficoltà".
"Nell’ultima plenaria si è discusso della nuova strategia dei trafficanti e del nuovo fenomeno delle navi fantasma cariche di migranti - aggiunge - Esse vengono apparentemente abbandonate dagli equipaggi, dopo l’ inserimento del pilota automatico lungo le rotte che dalla Turchia portano in Europa e si fermano a poche decine di miglia dalle nostre coste: un pericolo per la sicurezza della navigazione e della vita umana. Indagini sui recenti sbarchi in Calabria, Puglia e Sicilia rivelano che il business delle carrette del mare riempite di migranti è di grandi proporzioni, frutta milioni di dollari, così come quello legato ai sistemi di accoglienza finanziati con fondi pubblici, come dimostrato dallo scandalo Mafia Capitale. Cosa può fare l’Europa? La nostra proposta è di agire di più e meglio a livello preventivo, con forme di cooperazione che colpiscano i trafficanti nei loro contesti territoriali. Sappiamo che dai porti turchi partono continuamente navi di migranti che attraversano le acque di altri Stati, ma nessuno interviene. L’Unione Europea e gli Stati membri che si affacciano sul Mediterraneo non possono più rimandare il contrasto fermo ad ogni forma di connivenza- conclude la parlamentare dei 5stelle - Bisogna agire alla fonte cooperando per un miglior scambio di informazioni che permettano di individuare strumenti idonei a contrastare il traffico di esseri umani, tutelare i diritti fondamentali e garantire i paesi maggiormente sottoposti alla pressione dei flussi”.