La resa dei conti nel Movimento 5 stelle è stata avviata dallo stesso Grillo, che ha nominato un 'direttorio' che avrà il compito di far rispettare totalmente le regole che il gruppo si è dato. Si parte dalla regole sulla rendicontazione, che potrebbero portare all'espulsione di circa 20 componenti dei gruppi, tra Camera e Senato. Tra questi rischiano anche quattro parlamentari calabresi, Morra, Barbanti, Molinari e Nesci. Questi ultimi hanno deciso di difendersi pubblicamente, negando ogni addebito.


Molinari -  "E' da ieri che leggo sulla stampa che dovrei subire giudizio, in un'assemblea congiunta dei nostri Gruppi parlamentari, per tradimento di non si sa bene quali principi, come non è noto da chi è provenuta tale richiesta. E' di dominio pubblico, invece, il continuo lavorio di chi, in questi lunghi mesi e alle spalle, mi ha avversato nella mia terra - ha spiegato in una nota Molinari - già, la mia terra, in nome della quale mi sono opposto al pericoloso trasbordo delle armi chimiche siriane avvenuto senza le minime condizioni di sicurezza nel porto di Gioia Tauro: un'ennesima svendita di sovranità contro la volontà dei cittadini calabresi. Nell'opposizione a questa visione ancillare della Calabria sono stato coinvolto con il mio amico e collega ''portavoce'' alla Camera, Sebastiano Barbanti, del quale è stata chiesta l'espulsione da parte di chi rinnega la propria terra per ragion di stato". 


''Comunque vada, dovessi subire giudizio - prosegue Molinari - per lo stupro della Calabria in difesa della mia terra e della mia gente, sarei onorato di affrontarne le conseguenze, cosi' come hanno fatto i miei colleghi in Val di Susa, per difendere dallo scempio della Tav la loro terra. Ritengo che la difesa del territorio calabrese non possa avere meno valore o mi sbaglio? Attendo il giudizio a testa alta, sapendo che alcun principio ho violato, ne' del mio Gruppo politico ne' di altro genere. Io non mi sono mai nascosto dietro le decisioni governative e mi dichiaro senz'altro colpevole di aver difeso i miei fratelli e le mie sorelle che sono costretti a sopravvivere in una terra bellissima quanto martoriata''.


Dalila Nesci - "Non ho mai sponsorizzato mio fratello per carriere politiche, come invece qualcuno va insinuando in libertà -ha dichiarato la Nesci - il punto è che congetture e fantasie distraggono tutti dai problemi veri. La politica, non possiamo dimenticarlo, è il primo strumento per cambiare l’organizzazione della società. Se il Paese è oggi in grave sofferenza, la Calabria, la mia terra, lo è ancora di più. È indispensabile ritornare alla normalità e riportare la politica al confronto su come risolvere le emergenze e su come fermare la recessione».


"Sono vani i tentativi di delegittimazione della mia persona, poiché il mio impegno è fin troppo evidente conclude - auspico che tutto il circuito della politica voglia occuparsi del futuro comune. Io farò la mia parte, sapendo bene che il caos e le bugie non migliorano la vita a nessuno".