Arriva in un momento nevralgico per l’intera area dei centristi, il congresso regionale dell’Udc. A Lamezia Terme l’assemblea decreterà l’uscita dal commissariamento e la nomina di Francesco Talarico, ex presidente del Consiglio regionale nella passata legislatura, segretario calabrese.

 

Un passo fondamentale per provare a tornare a galla dopo la diaspora degli ultimi anni che ha ridotto in cenere un partito che nel 2010 viaggiava sopra il 10% in Regione e che è stato determinante per tutta la legislatura targata Scopelliti. Poi il tracollo che fece evaporare quasi 80mila voti, tanto che alle successive elezioni, quelle che videro vincere il centrosinistra di Mario Oliverio, l’Udc non è arrivato neanche al 3%, passando da 5 consiglieri regionali a zero. Lo sforzo del partito, che partecipò alle elezioni nella stessa coalizione con il Nuovo centrodestra dei fratelli Gentile a sostegno della candidatura autonoma di Nico D’Ascola, servì soltanto a far eleggere tre consiglieri tra le fila degli alfaniani.

 

Uno smacco bruciante che fece partire ulteriori spaccature e divisioni, fino al commissariamento. Adesso si prova a ripartire e per provare a riguadagnare territorio nell’antico feudo arriverà anche il segretario nazionale Lorenzo Cesa, fresco della rottura con Pierferdinando Casini che ha creato un suo movimento spostandolo verso il centrosinistra.

 

Le indicazioni di Cesa sono, almeno per il momento, diverse e guardano al centrodestra. Alveo in cui l’Udc calabrese si è sempre mosso nel recente passato. Il discorso di Franco Talarico potrebbe essere illuminante in questo senso, anche se nessuno pare intenzionato a prendere decisioni definitive in un contesto che pare in continua evoluzione.

 

Gli ultimi sondaggi, che pure ultimamente ci azzeccano poco, danno i centristi ai minimi storici. Secondo i dati pubblicati da Italia Oggi, l’Udc, insieme ad Ncd di Alfano non arriverebbero neanche al 4%. A preoccupare è poi lo stato di salute di Forza Italia che il sondaggio indica ai minimi storici e cioè abbondantemente sotto il 10%, con la Lega di Salvini diventata primo partito del centrodestra.

 

Il contesto, insomma, non è semplice. Soprattutto a livello nazionale lo strapotere di Pd e M5S non sembra lasciare spazio a buoni auspici. In Calabria, però, la situazione è diversa. I grillini, almeno fino agli ultimi appuntamenti elettorali, non hanno mai sfondato e i margini di recupero sono assai maggiori. E in molte delle ultime tornate amministrative il centrodestra è riuscito a prevalere sugli avversari. Occorre però invertire la rotta e abbandonare la politica dei due forni che dopo un certo periodo non ha più pagato. Ed è chiaro che una rinnovata unità tra Fi, Fratelli d’Italia, Azione Nazionale, Udc e Ncd sarebbe in Regione possibile maggioranza. Ma la ricostruzione del fronte che pareva invincibile fino a qualche anno è tutt’altro che compiuta.

 

Riccardo Tripepi