VIDEO | Fallito per il momento il blitz di un gruppo di primi cittadini per far eleggere Pulitanò. Fragomeni: «Spettacolo indecoroso». Sergi: «A rischio la tenuta democratica». Ora però il primo passo sarà approvare la riforma dello statuto
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Prima di eleggere il presidente, l’assemblea dei sindaci della Locride dovrà dotarsi di uno statuto. È questa la conclusione di quasi tre ore di discussione tra i primi cittadini del comprensorio, ancora in cerca di una guida dopo i posti lasciati vacanti dalla decaduta Caterina Belcastro, che un anno fa ha concluso il suo mandato da sindaco di Caulonia, e dal dimissionario Giuseppe Campisi. Tuttavia un gruppo di sindaci di piccoli comuni era pronto, numeri alla mano, ad eleggere il presidente dell’associazione, individuato nella figura del primo cittadino di Samo Paolo Pulitanò (sponsorizzato dal consigliere regionale Giacomo Crinò).
Una proposta messa in minoranza da un gruppo di “responsabili”, tra cui il sindaco di Roccella Vittorio Zito e la padrona di casa Mariateresa Fragomeni. «Abbiamo dato uno spettacolo indecoroso per avere qualche pennacchio o per appetiti politici esterni – ha tuonato il primo cittadino sidernese – personalmente non ho alcuna intenzione di candidarmi a rappresentare questa assemblea, ma diamoci delle regole e diamo dignità a questo organismo con gli strumenti giusti per essere utilizzati e portati nei luoghi opportuni».
Si è aperta così una discussione dai toni accesi, con il sindaco di Platì Rosario Sergi a guidare il blitz, poi fallito, dei favorevoli ad eleggere subito un presidente. «Siamo in democrazia e bisognava andare alla conta – ha rimarcato - se non ci diamo subito una rappresentanza non vedo quale possa essere il ruolo di questa associazione. Ci sono stati degli interventi che hanno minato la tenuta democratica di questa assemblea». Tra una decina di giorni i sindaci torneranno in aula per approvare la riforma dello statuto. Successivamente si procederà ad eleggere il presidente dell’assemblea che, si spera, possa trovare ampia convergenza per evitare una spaccatura, già evidente, che non gioverebbe a nessuno.