L’eclatante gesto fa seguito ad alcune denunce presentate alla procura della Repubblica e a quella contabile. «Passeremo alla storia come primo comune che dopo il primo dissesto ha creato le condizioni per il secondo»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Nessun passo indietro, si tratta di una decisione sicuramente sofferta, ma irremovibile e ponderata». A poche ore dall’invio della missiva con la quale il gruppo di minoranza d centrosinistra di Locri ha annunciato le dimissioni dal Consiglio comunale, Michele Ratuis è categorico. Uno dei firmatari del documento inviato al sindaco ff Peppe Fontana, al presidente dell’assise locrese Miki Maio e al prefetto reggino Massimo Mariani smentisce un eventuale dietrofront dei suoi compagni di squadra. «Non è una provocazione – prosegue il consigliere d’opposizione dimissionario locrese – ma si tratta di un messaggio politico importante». La decisione del gruppo “Scelgo Locri” sarebbe maturata negli ultimi giorni. «Non abbiamo mai avuto risposte chiare rispetto alle interrogazioni che abbiamo presentato e alle questioni che abbiamo sollevato».
Nel mirino della minoranza il caso della gestione del cimitero comunale, oggetto di un’inchiesta dell’antimafia qualche anno fa. «Abbiamo tentato di accendere un faro sulle anomale attività e lavori intrapresi all’interno del campo santo – si legge nel documento protocollato al Comune - che, tuttavia, ad oggi non ha consentito di fare piena luce sull’intera vicenda e per cui solo ora, a consiglio comunale sciolto, riceviamo la richiesta di convocazione della conferenza dei capigruppo per esaminare la bozza del regolamento cimiteriale che era stato annunciato da anni. Siamo rimasti soli ogni qual volta abbiamo denunciato la svendita di tutti i servizi comunali e quando gli organi politici a cui rivolgevamo le nostre interrogazioni ed interpellanze, invece di rispondere nel merito, sviavano i nostri intenti partecipativi ricorrendo a poco edificanti attacchi personali. Con una serie di atti è stata portata all’attenzione della Procura ordinaria e di quella contabile – riporta la missiva - una serie di comportamenti che divergono dalla corretta e sana gestione amministrativa sia dell’Ente, sia del distretto socio-sanitario e dei relativi fondi destinati alla povertà e alla non auto sufficienza».
Ad incidere sulla scelta della minoranza locrese la procedura di decadenza del sindaco Giovanni Calabrese, nominato qualche settimana fa assessore regionale dal governatore Roberto Occhiuto. La minoranza contesta «la mancata osservanza delle norme regolamentari e legislative e il mancato rispetto dei termini imposti dalla legge per adottare la procedura di decadenza. La scelta del sindaco ha comportato la chiusura anzitempo della consiliatura. Lasciamo un Ente male amministrato, che ha peggiorato le condizioni di vita dei cittadini, che ha elevato la pressione e il carico tributario, che ha generato un esponenziale contenzioso, che ha svuotato di professionalità la macchina burocratica comunale. La maggioranza consiliare di Locri passerà alla storia per essere stata talmente abile ad approvare il primo dissesto dell’ente ed aver creato le condizioni per il secondo dissesto, a causa della cattiva gestione amministrativa finanziaria».
Ma cosa succederà adesso a livello amministrativo? Da regolamento si procederà alle surroghe entro un tempo stabilito in consiglio comunale. Ma non è detto che i primi dei non eletti cinque anni fa accetteranno di legittimare l’operato dell’attuale amministrazione comunale anche solo per cinque mesi, fino alle prossime elezioni comunali. Intanto il neo segretario del Partito Democratico di Locri ha convocato per i prossimi giorni il direttivo del circolo. Sul tavolo l’analisi dell’attuale momento politico della città di Zaleuco.