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Il Presidente della Regione Mario Oliverio dopo aver rivolto il saluto, ha ringraziato la Corte “per la sua opera di affiancamento costante ed attento “cocciuto”, per usare le stesse parole della Relazione, e ne capisco bene le ragioni - vigile e collaborativo ad un tempo, dell’Amministrazione regionale”.
Entrando nel vivo delle problematiche di carattere finanziario, Oliverio ha evidenziato che la Regione ha subito negli anni passati la sospensione dei pagamenti da parte dell’Unione per l’esistenza di criticità di vario genere nel sistema di gestione e controllo dei fondi comunitari. “Essendo state superate tali criticità, la Commissione europea nel marzo scorso ha ufficializzato lo sblocco dei pagamenti FESR 2007-2013 e, di conseguenza, è stata riscossa la somma di 780 milioni di euro circa, relativa a quattro anni durante i quali la Regione, per raggiungere i target di spesa, ha anticipato la cassa utilizzando risorse proprie.
In base alle regole attuali relative al pareggio di bilancio, la Regione non può utilizzare tali risorse se non per pagare spese POR. In tal modo, una norma che doveva aiutare le Regioni del Sud, soprattutto nella fase di chiusura del programma 07/13, consentendo di spendere le ultime risorse comunitarie in deroga al pareggio di bilancio se la spesa comunitaria è superiore all’entrata di eguale fonte, si tramuta in un danno per la Regione Calabria poiché la spesa dell’anno 2015 sarà certamente inferiore alle entrate cumulate di un quadriennio, cioè appunto ai 780 Meuro riscossi. Il meccanismo del patto attuale congela – a nostro avviso: ingiustamente - tali risorse: la Calabria non le ha spese prima, non le può spendere adesso, non le potrà spendere in futuro, poiché l’avanzo di cassa è inutilizzabile con le regole legate al pareggio di bilancio. Stando così le cose l’Amministrazione regionale sconta una doppia penalizzazione connessa all’aver anticipato, nel corso della sospensione dei pagamenti comunitari, risorse proprie al fine di garantire le erogazioni ai beneficiari delle somme relative ai programmi comunitari, senza potere oggi, in base alla normativa vigente, utilizzare le erogazioni comunitarie trasferite a rimborso di somme anticipate dalla Regione stessa. Il Presidente Oliverio ha fatto, quindi, riferimento alla recente sentenza della Corte costituzionale in materia di contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità, ha illustrato l’attività della Regione “non solo per ribadire che la Regione Calabria ha rispettato le leggi nel tempo vigenti e che è chiamata ora a subire conseguenze negative non per aver violato una legge, ma per averla ben applicata, quanto piuttosto, per evidenziare come le procedure di gestione dei bilanci, la stessa individuazione di una adeguata tecnica di contabilizzazione dovrebbe essere sempre compiuta non sulla base di modelli teorici adeguati, ma nella piena consapevolezza delle conseguenze sulla vita dei cittadini”. Riferendosi alla relazione esposta “alla Giunta pare – ha detto Oliverio - che dal giudizio della Corte emerga con evidenza un primo problema dell’amministrazione regionale, che è di natura organizzativa prima ed oltre che contabile. Intendo riferirmi alla necessità che l’azione dei singoli Dipartimenti sia costantemente coordinata nella consapevolezza del fatto che le uscite della Regione non possono che trovare fondamento in una corretta gestione delle entrate. Questo è un punto cruciale che la Giunta ha preso subito in carico, imponendo modalità operative e gestionali caratterizzate dalla costante collaborazione e dal confronto tra i dipartimenti, istituzionalizzando l’obbligatorietà della valutazione in pre-giunta, da parte di tutti i dirigenti generali, delle delibere presentate all’approvazione formale della Giunta. Tale azione di coordinamento preventivo riguarda anche materie evidenziate dalla Corte, come quelle relative ai pignoramenti ed ai contenziosi. Per quanto riguarda i pignoramenti, la Giunta ha ritenuto di intervenire sul piano organizzativo imponendo la costituzione, in sede di riorganizzazione del sistema burocratico, di una struttura ad hoc in grado di seguire in modo continuo e costante le procedure necessarie ad evitare che i ritardi nella comunicazione tra creditore, avvocatura e dipartimenti possa tradursi in un inutile e costoso ritardo. Analoga misura la Giunta intende assicurare per quanto riguarda l’intero processo di gestione della fatturazione telematica, sottoposto, com’è noto, a stringenti termini operativi. Per quanto riguarda il contenzioso, è stato richiesto all’Avvocatura un più intenso coinvolgimento nella vita dipartimentale, anche attraverso un sistema di specializzazione degli avvocati sulla singole tematiche tale da assicurare non solo una maggiore capacità di difesa tecnica, ma soprattutto una migliore consapevolezza degli stessi avvocati in merito alle specificità – spesso sedimentata nel tempo - delle questioni di interesse dipartimentale. In questa prospettiva, la Giunta sente di dover rassicurare la Corte sul consapevole avvio di ciò che la stessa Corte ha definito “processo di efficientemento non solo nella gestione giudiziale dei procedimenti, ma anche nella gestione interna all’Ente delle informazioni”. Parlando, poi, di gestione del personale, il Presidente della Regione ha messo l’accento su tre questioni: la prima è relativa al ciclo di performance. Obiettivo perseguito è il rispetto dei tempi previsti dalle legge in materia: il piano deve essere pronto entro il trentuno gennaio e la valutazione deve essere effettuata, a consuntivo, sulla base degli obiettivi assegnati ad inizio d’anno. La seconda è relativa alla costituzione del fondo contrattuale entro lo stesso termine, al fine di riallineare i tempi organizzativi con quelli contrattuali e superare finalmente l’abitudine inveterata e non corretta di una contrattazione retrospettiva. La terza è relativa alle risultanze della fin troppo nota relazione ispettiva del MEF. Sul punto, la Giunta ha ritenuto opportuno istituire una commissione composta dai Segretari di Giunta e Consiglio, dal Dirigente generale del Personale, dal Presidente del Collegio dei revisori nonché da tre esperti esterni (un giuslavorista: Lorenzo Zoppoli dell’Università di Napoli; un giuspubbicista: Paolo Falzea dell’Università di Catanzaro: un esperto in contabilità: Alessandro Ridolfi dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma) al fine di rivedere le controdeduzioni inviate dalla precedente amministrazione al Mef e per le quali lo stesso Ministero ha richiesto, a questa amministrazione, una riformulazione pertinente ed adeguata. A tal proposito, Oliverio ha detto che nella programmazione del fabbisogno di personale, già approvata dalla Giunta sono state assunte le previste misure di contenimento, così come indicato dal Mef. “Nulla dico, per evidenti motivi, della ormai famosa sentenza del Consiglio di Stato sulle progressioni verticali indette nel 2003 e le cui implicazioni pratiche sono tutte ancora da verificare”. Relativamente alle misure di spending review, il Presidente Oliverio ha detto che possono essere raggruppate in macroaggregati: alcune riguardano le strutture in house, le società e gli enti partecipati. Per quanto riguarda le Fondazioni, la maggior parte risulta allo stato commissariata ai fini della liquidazione. Per quanto riguarda le società e gli enti partecipati, la Giunta sta lavorando, per assicurare un sistema di indirizzo e controllo centralizzato e per ridurre i costi medianti operazioni, non sempre facili, di fusione e incorporazione. Oliverio ha, inoltre, detto che la Giunta sta lavorando ad un piano di razionalizzazione nell’uso del patrimonio immobiliare decentrato, essendo del tutto irragionevole la coesistenza, in un’unica sede, di immobili in proprietà abbandonati e l’assunzione degli oneri passivi per le locazioni. Oliverio ha ancora detto che nell’anno 2014 è stato garantito il complessivo rispetto delle leggi di contenimento delle spese , grazie anche alla riduzione di pagamenti per consulenze, comitati e commissioni e che per quest’anno si prevede un ulteriore diminuzione delle spese di funzionamento.
Per quanto riguarda le osservazioni della Corte in merito alle attività di riscossione, Oliverio ha fatto riferimento a tre aspetti. Uno legato alle entrate tributarie, che “chiama in causa aspetti non solo organizzativi ma anche culturali in senso ampio”. Secondo Oliverio, dal punto di vista organizzativo, occorre utilizzare maggiormente i servizi telematici che soli consentono una gestione imparziale delle procedure. Dal punto di vista culturale è evidente, secondo il Presidente della Regione, che quanto più l’Amministrazione regionale acquisterà credibilità agli occhi dei cittadini, tanto più potrà acquisire consenso anche nella fase impositiva. Ancora una volta, il rapporto tra cittadini ed amministrazione deve fondarsi sulla fiducia che, a sua volta, deriva dal rispetto degli impegni reciproci. “Per quanto riguarda la quota più consistente di entrate attese, relativa alle tariffe idriche per il periodo precedente all’ingresso nel sistema della Sorical, e delle tariffe connessi ai rifiuti, la Regione sconta il pesante accumulo maturato nel tempo dei debiti dei comuni sull’acqua e il potenziale innesco dello stesso meccanismo sui debiti dei rifiuti. A tal fine, la Giunta ha recentemente dato mandato al Dipartimento competente perché proponga ai Comuni l’adesione a piani promozionali di rateizzazione. A conclusione “di queste osservazioni – ha detto Oliverio - frammentarie ma indicative delle scelte di indirizzo politico della Giunta e delle azioni messe in campo per garantire l’attuazione, è doveroso affermare un impegno ed una richiesta. L’impegno da parte della Giunta è di procedere sulla strada di una corretta gestione del bilancio; la richiesta che la Giunta rivolge alla Sezione è di continuare con suo lavoro di continuo di accompagnamento le risorse pubbliche siano spese per il bene pubblico. La Giunta non considera la Sezione Controllo della Corte come un nemico da cui guardarsi, ma semmai come un soggetto le cui competenze professionali ed istituzionali sono al servizio della collettività, quella stessa collettività il cui bene comune costituisce l’obiettivo primo dell’azione politico-amministrativa della Giunta e del suo Presidente. In questa prospettiva, Regione e Corte, pur nella distinzione dei ruoli, operano sulla stessa linea di frontiera, nella consapevolezza che per ogni euro speso dovrà darsi non soltanto il rendiconto, ma ancor più il conto ai cittadini, attanagliati da una crisi intensa quante altre mai e che giustamente non più sono disposti a sopportare che l’interesse di pochi vada a danno dei molti. Il bene comune è il faro e la meta dell’azione pubblica: per questo la Regione chiede alla Corte di accompagnarla su una rotta non priva di rischi e di ostacoli ma che trova origine e fine nell’impegno che la Costituzione affida alle pubbliche amministrazioni, quello cioè di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena eguaglianza e la piena partecipazione dei cittadini”.