Battaglia sul bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno tra il sindaco e il consigliere Rosario Piccioni che smorza i toni trionfalistici del primo cittadino sul giudizio della magistratura contabile: «Evidenziate molte criticità che mettono a rischio il Comune»
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C’è chi grida al «miracolo» e chi parla di «toni trionfalistici ingiustificati». Al centro del dibattito tra il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro e il consigliere d’opposizione, leader di Lamezia Bene Comune, Rosario Piccioni c’è una delibera della Corte dei Conti. Se Mascaro annuncia di aver salvato le finanze comunali Piccioni replica che si tratta solo di campagna elettorale e che la Corte dei Conti «certifica che non c’è stato alcun miracolo», anzi.
Il clima è teso e la campagna elettorale è già in fermento da ambo le parti.
Il sindaco, iscritto in Forza Italia ed esponente del centrodestra, nel corso di una recente conferenza stampa ha messo a confronto il suo risanamento con le criticità precedenti: «Il provvedimento della Corte dei Conti dice che Comune di Lamezia Terme è riuscito nel miracolo del risanamento, ciò significa che ha onorato la situazione di pre dissesto che aveva ereditato». Velato, ma non troppo, è il riferimento all’amministrazione precedente guidata da Gianni Speranza, esponente del centrosinistra al fianco del quale è sempre stato, anche come assessore, Rosario Piccioni.
E Piccioni oggi ha inviato una nota nella quale, senza troppi giri di parole, dice che Mascaro ha nascosto la polvere sotto il tappeto omettendo «tanti aspetti e tante prescrizioni che la Corte ha messo nero su bianco nella delibera».
La delibera
Il documento in questione è stato redatto dai magistrati della Corte dei Conti il sette febbraio scorso e se, da un lato, approva «il piano di riequilibrio finanziario pluriennale approvato dal Comune di Lamezia Terme», dall’altro accerta «la presenza di criticità suscettibili di incidere e pregiudicare, in chiave prospettica, gli equilibri economico-finanziari del Comune, minandone la stabilità».
E su questi punti che si concentra la replica di Rosario Piccioni: «L’amministrazione Mascaro, nell’annunciare in pompa magna la fine del piano di riequilibrio iniziato nel 2014, artatamente omette tanti aspetti e tante prescrizioni che la Corte ha messo nero su bianco nella delibera. Il massimo organo contabile evidenzia diverse criticità in particolare per quanto riguarda il bilancio 2023, in cui la Corte accerta una sottostima del fondo contenzioso, l’assenza di accantonamenti a garanzia di diversi debiti, la presenza di una parte di disavanzo che l’amministrazione non ha inserito tra gli elementi da ripianare».
Le criticità
Il dispositivo della magistratura contabile riporta quattro punti critici come la «sottostima del fondo contenzioso», ovvero: i soldi che dovevano essere messi da parte per pagare i contenziosi del Comune sono inferiori a quanto prevedibile.
Il Comune, poi, non avrebbe messo da parte i fondi a garanzia di tre specifiche destinazioni (leggi debiti): per restituire le anticipazioni straordinarie che il commissario Alecci aveva ottenuto nel periodo in cui il Comune è stato commissariato per infiltrazione mafiosa; per il debito residuo nei confronti della Regione Calabria per fornitura d’acqua potabile degli anni 1981/2004 e per il debito per Rsu verso la Regione Calabria.
Sulle criticità il Comune ha 60 giorni di tempo per correggere il tiro.
Ottimismo e pessimismo
«Se l’amministrazione Mascaro non sarà in grado di introdurre questi correttivi, il rischio è di tornare punto e a capo», scrive Piccioni.
Ma il sindaco ieri ha proseguito imperterrito: «Il resto è la normale azione che la Corte dei Conti nell’attività di ispezione dei bilanci degli enti locali. Ma noi ci rendiamo conto che oggi questo Comune paga le fatture in 29 giorni? Ma voi ricordate quando questo Comune pagava a distanza di 18 mesi, quando andava bene?».
A questo ottimismo si contrappone l’analisi di Piccioni: «Il rischio – non lo dice il sottoscritto ma la Corte dei Conti – è che la tanto sbandierata uscita dal predissesto sia solo formale e non sostanziale: se ci sono ancora debiti fuori bilancio, passività potenziali non coperte e buchi nella riscossione, è evidente che c'è poco da stare allegri mancando un vero risanamento strutturale».
La Corte dei Conti approva il piano di riequilibrio finanziario ma allo stesso tempo bacchetta parte dell’operato dell’amministrazione.
Se ci sarà da stare allegri o meno i cittadini di Lamezia lo scopriranno nei prossimi anni.