Nelle fitte, fittissime, 37 pagine nelle quali il sindaco Mascaro espone la sua terza memoria difensiva in merito alla proposta di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose arrivata sul tavolo del ministero dell'Interno, un capitolo è rivolto alla precedente amministrazione. Un richiamo che il primo cittadino ritiene congruo fare perché con il suo operato avrebbe rimesso a posto e ripristinato la legalità lì dove questa era venuta a mancare. Passaggi che avevano fatto perdere le staffe al consigliere comunale di Sinistra Italiana Rosario Piccioni, delfino dell’allora sindaco Gianni Speranza e candidato alla poltrona di sindaco nelle scorse amministrative. Ecco quali sono i documenti e gli atti su cui Mascaro afferma di essere dovuto intervenire raddrizzando il tiro.

 La delibera sui parcheggi

Il primo caso riguarderebbe l’annullamento della delibera con cui la precedente amministrazione "con riferimento ad importante opera pubblica da realizzarsi in project financing in Piazza della Repubblica di Lamezia Terme, aveva incredibilmente accolto, solo 51 giorni prima del voto amministrativo, unilaterale richiesta di modifica delle condizioni già oramai definitivamente consacrate”. “In particolare – spiega - era stata concessa, con la delibera della quale è stata disposta la revoca, la gestione (gratuita!) di aree a parcheggio a raso ricadenti nelle strisce blu pur non essendo ciò mai stato previsto nella proposta progettuale e nei precedenti atti, con grave nocumento economico per il Comune”. “Ovviamente – sottolinea il sindaco - la società aggiudicataria non ha neanche impugnato la revoca”

 Concessione dei terreni

Mascaro cita poi una revoca di delibera che la giunta Speranza avrebbe effettuato sei giorni prima del rinnovo del voto amministrativo, modificando le condizioni di cessione di un terreno in favore dei Testimoni di Geova da oneroso a gratuito.

 Volontari ausiliari del traffico

C’è poi la delibera di giunta sui Vat ( Volontari Ausiliari del Traffico) che così come formulata, spiega nella memoria il sindaco, non era “rispondente a norme di legge ed in contrasto nell'esecuzione concreta con la disciplina del volontariato; in particolare si è modificata la convenzione che prevedeva che “le spese potranno essere quantificate in maniera forfettaria” sostituendo con la dicitura “il contributo comprende: rimborso spese giornaliere documentate”.

 Il caso "Vigor Lamezia"

Nel calderone è finita anche la Vigor Lamezia. Sarebbe stata l’amministrazione Mascaro a dare incarico ai propri legali di resistere all’azione giudiziaria promossa dalla squadra che chiedeva l’adempimento di quanto previsto “nella delibera di G.C. n. 107 del 31/03/15 con la quale, 61 giorni prima del voto, era stato concesso ulteriore contributo economico di oltre euro 70.000,00 in favore di detta società calcistica in spregio ad ogni norma di legge per effettuare lavori di adeguamento Stadio Comunale D'Ippolito”.Nei palazzi comunali, denuncia Mascaro, erano installati distributori automatici di erogazione di bevande calde e fredde e prodotti vari senza alcuna gara.

 Debito dell'acqua

C’è poi il famoso caso del debito dell’acqua sparito finito con una denuncia alla Procura. “Con delibera di G.C. n. 275 del 21/09/16 si è riconosciuto debito fuori bilancio idropotabile nei riguardi della Regione Calabria riferito agli anni 2000-2004; per quanto concerne il detto debito - ricostruisce Mascaro- la precedente amministrazione aveva dapprima, con delibera n. 433 del 28/06/06, riconosciuto l'originario debito di euro 17.826.151,89, pagato le prime due rate di rateizzazione decennale e poi non più adempiuto, eliminando addirittura le somme dai residui passivi creando un conseguente debito fuori bilancio. Si è quindi proceduto alla regolarizzazione del debito, pagando regolarmente la data ad oggi scaduta, e si è comunque presentato esposto-denuncia alla locale Procura della Repubblica in data 17/03/2016”.

 I crediti del Comune

Mascaro ricorda di essere andato a cercare i crediti del comune anche nelle tasche degli ex amministratori. E cita allora la delibera con cui ha disposto il recupero di 140.000 euro a titolo di solo capitale, oltre interessi dal 2001 e spese nei riguardi di 5 ex amministratori, uno dei quali anche ex parlamentare, “che non era stato inspiegabilmente portato ad esecuzione addirittura dal 09/07/2008 e cioè da quando il Tribunale aveva rigettato l'opposizione a decreto ingiuntivo proposta dagli stessi”.

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Anche le somme dovute da Salvatore Mazzei ed altri definitivamente condannati per reati ambientali non era state riscosse e avrebbe provveduto a disporne il recupero l’amministrazione attuale. Mascaro cita poi la concessione in uso degli stabili comunali. Due quelli affidati dalla sua amministrazione contro i 15 della precedente e, ancora, l'adeguamento degli oneri di urbanizzazione primari e secondari che non sarebbe stato effettuato dal 2003 pur essendo un obbligo di legge.


L’avvocato non dimentica poi la questione della centrale a biomasse. Non avendo la precedente amministrazione risposto a due richieste di permesso di realizzazione inoltrate da un privato, per il silenzio assenso si era ritenuto di potere procedere. Mascaro spiega di avere fatto intervenire il Dirigente del Settore Edilizia Privata per revocare il provvedimento.


Tiziana Bagnato