Alla guida dell'amministrazione tra il 2005 e il 2015, non ci sta ad assumersi la responsabilità di aver bloccato l'investimento di Floriano Noto, che indica invece come eredità della precedente commissione prefettizia: «La nostra battaglia ha fatto sì che oggi non ci fossero ostacoli»
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Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme nel decennio che va dal 2005 al 2015, sulla vicenda Icom non ci sta ad assumersi la responsabilità di aver bloccato durante la sua amministrazione l’investimento di Floriano Noto. Al di là dell’opportunità e della reale potenzialità di sviluppo del progetto, che chiaramente ora si vedrà sul campo, ciò che Speranza tiene a sottolineare riguarda lo spirito con cui allora ha portato avanti una situazione ereditata dalla commissione prefettizia che aveva portato, attraverso una gestione definita confusionaria, la Icom a vincere un ricorso con risarcimento in danno per il Comune di ben 59 milioni di euro.
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«Assolutamente certo, scritto e suggellato nella sentenza “in nome del popolo italiano” del Consiglio di Stato – dichiara infatti Speranza – dal 2005 al 2015 l’Icom ha puntato totalmente sul risarcimento danni da parte del Comune di Lamezia Terme. Voleva approfittare della confusione amministrativa precedente al 2005».
Speranza si riferisce quindi alla gestione commissariale responsabile di aver portato a quella sentenza. «Noi - chiarisce dunque - abbiamo combattuto e vinto la battaglia per la nostra città per la sua dignità e senza pagare nemmeno un euro. Di conseguenza, la nostra battaglia ha fatto sì che l’attuale amministrazione Mascaro abbia trovato una strada libera da quei macigni e condizionamenti che abbiamo trovato noi sulla nostra strada».
È evidente che in 22 anni di iter burocratico, procedutale e giudiziario sulla storia del Borgo Antico di Noto si potrebbe scrivere un libro. Ed è altrettanto chiaro che le posizioni politiche differenti hanno pesato ed hanno contato sul percorso e sul finale. Oggi l’amministrazione Mascaro incassa un risultato da spendere bene per il suo fine mandato e magari anche per una sua probabile ricandidatura. Di conseguenza la controparte rimane un bersaglio politico. Almeno così la vede Speranza che in questo modo conclude la sua riflessione: «Naturalmente ciò non ci viene riconosciuto. Anzi ho visto che il sindaco continua con bugie e con attacchi violenti verso di noi come ha fatto con la situazione finanziaria, con la vendita della cantina sociale e con tutto il suo mandato».